Arehia e il canto d’amore d’un Giardiniere di Sogni. * dai 10 anni

Scritta e messa in voce da Gaetano Marino
* dai dieci anni

[…] Ma poi venne anche per Arehia quel momento in cui la natura pretende il suo tributo. Stava per giungere nell’animo della fanciulla un tempo avvolto da misteriosi sogni e di sconosciuti desideri. Capitò in una mattina di primavera, quella stagione del principio di ogni cosa e dove la vita si rinnova. Sdraiata sul prato del giardino di casa sua, Arehia giocava con le nuvole. Le seguiva mentre esse scivolavano leggere, lassù, bianche e vaporose, nel cielo azzurro, e fantasticava e sognava. […]

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5 commenti

  1. Franca Carta

    Un Po lunga.Ben scritta e interpretata.originale trama.

  2. Grazie Franca Carta, ci siamo fatti prendere da troppa magia… 😉

  3. Non vedo l’ora di visitare quell‘isola così vicina alla natura da ispirare gli uomini che la abitano a scrivere favole e a usare le parole antiche per esprimere i sentimenti che pure sono antichi e per narrare l’esistenza. Questa favola è dolce come il miele, condita al momento giusto di una piccola dose di salato. Anche in dialetto bresciano, il mio, quando ci si vuole bene si dice che quei due “i sa stemö“, si stimano. Così come quando si corrono dietro da appena innamorati si dice: “i sa parlö“, si parlano. Poi è arrivato l’italiano e va bene, ma con le parole antiche se ne sono andate via anche le azioni e i modi fare antichi. E forse va bene così ma io dentro di me ho un brivido quando penso a cosa sentivo dentro di me da bambina quando mi dicevano che quei due “i sa stemö“: sognavo che un giorno sarebbe capitato anche a me. A me poi è capitato, dopo tanti anni, e ne sono felice. Ho anche due bambine, che mettono alla prova questa stima, ma non la intaccano. E allora ben venga questo racconto, così sensibile alle prime memorie dell‘amore e così audace da voler sconfiggere il destino scritto. Un caro saluto da Berlino.

    • Carissima Francesca, grazie. Ogni identità ha le proprie radici, e le diverse varianti stanno a farne vita nuova, nei suoni e nelle storie, ma poi si cade con le fiabe, giocare per giocare, da cui il fantastico e i ponti per il presente si moltiplicano all’infinito. Alcuni tornano alla tradizione, come un non volersi in altro, ed è comprensibile, altri desiderano quel di più per amore della fantasia (Pirandello) altri ancora tradiscono, che è un po’ come tradurre (condurre), e vanno verso nuovi “giardini”, sperimentano nuovi destini e la fanno alla meraviglia. Briciola dopo altra briciola. Saluta Berlino da questa meravigliosa Nuoro, ti aspettiamo.

    • Ci sono destini che spesso accadono a nostra memoria di sogno

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