Il nibbio e il serpente. Una favola di Esopo

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Un serpentello gironzolava tranquillo tra una pietra e l’altra. L’aria era tiepida e primaverile. Il piccolo serpente si muoveva lento tra i fiori di un praticello quando d’improvviso una ombra terribile avvolse il suo corpo. Il serpentello alzò subito la testa per scoprire da dove venisse quell’ombra e, ahimé, un feroce nibbio, rapace tra i più temuti, era lanciato con le ali tese, i poderosi artigli spianati e il mortale becco sguainato come una spada contro di lui! Il serpentello non fece in tempo a nascondersi sotto qualche masso, perché il nibbio rapace in un attimo gli fu sopra e lo afferrò stretto con il becco. Il serpentello fu portato per aria dal nibbio e intuì che oramai non aveva più speranza. Il rapace lo avrebbe portato al nido perché divenisse pasto per tutta la famiglia. “Non farmi del male, ti supplico, liberami, io sono un povero serpentello, sono ancora giovane, non è giusto che muoia alla mia età!” Supplicava il serpentello “Ma che ti ho fatto?” Il nibbio non volle ascoltare le implorazioni del piccolo serpente.
A quel punto il serpentello, rendendosi conto di no aver più alcuna speranza, si rigirò su se stesso, s’afferrò al collo del nibbio e con coraggio conficcò i suoi denti nel collo del nibbio. Il rapace, sentì il veleno penetrargli, e agire come un fulmine. Dovette così aprire il becco e il serpente cadde al suolo, sano e salvo. Il nibbio invece, già aveva la vista oscurata, senza più forze, smise di battere le ali e precipitò a terra, come un peso senza vita. Ma non morì. Il piccolo serpente gli si avvicinò e gli disse: “Ti sta bene, rapace cattivo! Io non avevo nessuna intenzione di morderti e darti il mio veleno. Sei stato tu a costringermi. E ora sentirai che dolore, non morirai certo, ma ricorderai per sempre!” Ci vollero due giorni perché il nibbio riprendesse le sue forse e tornasse al volo ma, una cosa fu certa: il rapace da allora in poi stette ben lontano dal desiderio di cacciare un serpente!

Chi si mostra arrogante e crudele prima o poi paga personalmente per le sue malvagità.

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