Messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi
Coricatosi accanto alla moglie, che già dormiva, voltata verso il lettuccio, su cui giacevano insieme i due figliuoli, Spatolino disse prima le consuete orazioni, s’intrecciò poi le mani dietro la nuca; strizzò gli occhi, e – senza badare a quello che faceva – si mise a fischiettare, com’era solito ogni qual volta un dubbio o un pensiero lo rodevano dentro. Fischiava, fischiava sì. Non era propriamente un fischio, ma uno zufolío sordo, piuttosto; a fior di labbra, sempre con la medesima cadenza.
