Il taglialegna ed Ermes. Una favola di Esopo

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

A un taglialegna cadde la scure nel fiume presso cui stava lavorando. Non sapendo cosa fare, si sedette sulla sponda del fiume e pianse. Quando Ermes lo venne a sapere, si impietosì, si tuffò nel fiume e portò su una scure d’oro, chiedendogli se fosse quella che aveva perso. L’uomo rispose di no, ed Ermes, tuffatosi di nuovo, ne portò su una d’argento; poiché l’uomo dichiarava che non era la sua, Ermes si tuffò ancora e portò fuori la sua.
Allora il taglialegna disse che si trattava di quella che aveva perso, ed Ermes, soddisfatto della sua onestà, glie le diede tutte e tre.
Tornato tra gli amici, il boscaiolo racconto dell’accaduto, ma uno di essi pensò di poterne ricavare un uguale profitto.
L’altro boscaiolo andò al fiume, gettò nell’acqua la sua scure e pianse.
Anche a lui comparve Ermes e, chiestogli del motivo del suo pianto, si tuffò, portò su una scure d’oro e gli chiese se fosse la sua:

  • Sì, certo, è quella! rispose esultante.
    Il dio, indignato di tanta sfacciataggine, non solo si tenne la scure d’oro, ma non gli riportò nemmeno la sua.

Prima o poi il destino aiuta e favorisce le persone oneste, mentre è avverso con quelle disoneste.

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