Il topo di città e il topo di campagna. Una favola di Esopo

Una favola donata ai piccoli Laura e Gabriele da mamma Paola e babbo Fabio

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un topo di città che fu invitato a casa di un suo vecchio amico che viveva in campagna.
Appena giunto il topo di campagna gli organizzò un bel pranzetto.
Ma a quella vista il topo cittadino non rimase soddisfatto e invitò in città l’amico campagnolo a pranzo, e a veder di persona csa volesse dire vivere in città e le sue vere comodità.
Partirono e arrivarono nela notte.
Entrarono nella sala da pranzo e trovarono i resti di un banchetto.
Mangiarono a volontà arrosti, salumi, dolci prelibati e squisiti. Improvvisamente sentirono l’abbaiare dei cani del padrone della casa.
Il topo di campagna si spaventò ma l’amico d citta gli disse:
-Non temere amico mio, sono legati con due grosse catene.
Non ebbe nemmeno finito di dire che le porte della sala si aprirono e entrarono i due cani ringhiosi.
I due topini fecero appena in tempo a scappare, e per quella volta si salvarono, poi il tomo di campagna disse:
-Preferisco ceci e scorze di lardo stando sereno e tranquillo, piuttosto che dolci e prelibatezze e star sempre all’erta con quei due cani feroci!
E tutto felice e orgoglioso se ne tornò nella sua campagna.

La favola dimostra che vivere in povertà, ma tranquillamente, vale di più che passare l’esistenza tra le comodità, ma nella paura e nell’angoscia

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