Drammaturgia e messa in voce di Gaetano Marino
[…] Lei, Circe, non esitò ad aprire la porta ed uscì, invitando quegli uomini ad entrare: la seguirono tutti senza temere inganno. Ma Eurìloco restò fuori dalla porta, sospettando che fosse una trappola. Circe li portò in una sala senza tetto, il sole splendeva e pavoneggiava tra le ombre dei colonnati. Li fece accomodare sulle sedie che parevano troni dorati. Quegli uomini non ebbero nemmeno il tempo di ammirare il luogo dove stavano seduti che subito si videro serviti a tavola di formaggio, farina d’orzo, miele denso e amaro, vino di Prammo, ogni cosa, ogni bevanda fu mischiata ad inganno con un farmaco funesto. Era il veleno dell’oblìo, della dimenticanza. […]