
Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

[…] — Trottolina piccinina piccina, per il Reuccio gira gira gira.
Trattandosi del Reuccio, l’artigiano andò egli stesso dal fabbro ferraio per far mettere alla trottolina un picciuolo di ferro ben limato, appuntito e lisciato, e il giorno appresso la portò al palazzo reale: si attendeva un grosso regalo. La trottolina gli era riuscita una bellezza. Prima di andare a consegnarla, l’aveva provata. Girando, faceva un brisìo lieve lieve; non che parlare, pareva cantasse. Dicendo al Reuccio: La trottolina parlerà, il povero tornitore intendeva dire appunto di quel brusìo.
Il Reuccio però non l’aveva capita così.
E visto che la trottola non parlava, si mise a strillare, a pestare i piedi:
— Voglio la trottolina che parla! Voglio la trottolina che parla! […]