Il gatto con gli stivali. Una fiaba di Charles Perrault

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un vecchio mugnaio povero che aveva tre figli. Oramai sentiva vicina la fine e volle dividere le sue poche cose tra i figli.
Al primo figlio, che si chiamava Cresponzio lasciò il mulino; al secondo figlio, che si chiamava Anacleto, lasciò un asino; e al terzo, che si chiamava Filippo lasciò il gatto peloso.?
Cresponzio ed Anacleto erano comunque felici:
Io con il mio mulino e tu con il tuo asino faremo società e diventeremo ricchi!
Filippo, rimase solo e guardando il suo peloso gatto gli disse:
lo so che sei un gatto buono e ti voglio bene. Ma se vuoi un consiglio cercati un altro padrone perché io non so proprio come sfamarti.

Storia del regno di Mangionia. Di Gianni Rodari

Messo in voce da Gaetano Marino

Scritti messi voce di fiabe, favole, racconti e altre storie create da Gianni Rodari per i suoi primi Cento anni. “La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo”.

Il figlio del Sole. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Come tutte le divinità mitologiche, anche il Sole ebbe un bel po’ di figli e di figlie. Tra questi, uno in particolare gli diede un sacco di problemi: Fetonte, che vuol dire “lo splendente”. Fetonte era ambizioso cocciuto e prepotente. Da un po’ di tempo aveva un’idea fissa, una vera ossessione: voleva a ogni costo prendere il posto del padre alla guida del carro di fuoco.

Il mago cattivo, detto Mago Malo, e lo strano uccelletto. Una fiaba dei fratelli Grimm. Messa in voce di Roberta Perra

Messa in voce di Roberta Perra

C’era una volta un mago assai cattivo, che si chiamava Mago Malo. Egli, sotto le vesti di un povero straccione, andava a chiedere l’elemosina di villaggio in villaggio, dove rubava pure le belle figliuole.
Nessuno però sapeva che fine facessero, perché esse non tornavano più a casa.
Un giorno il finto povero straccione, Mago Malo, bussò alla porta di un uomo che aveva tre belle figliuole. Aveva proprio l’aria di un poverello malconcio, e portava sulla schiena una cesta a forma di cono. Chiese l’elemosina di un tozzo di pane, e quando la maggiore delle figlie uscì di casa, là, proprio sulla porta, il finto povero la toccò appena nelle mani, e la bella fanciulla fu costretta a saltare nella cesta. […]

A inventare i numeri. Di Gianni Rodari

Messa in voce di Gaetano Marino

  • Inventiamo dei numeri?
  • Inventiamoli, comincio io. Quasi uno, quasi due, quasi tre, quasi quattro, quasi cinque, quasi sei.
  • E troppo poco. Senti questi: uno stramilione di biliardoni, un ottone di millantoni, un meravigliardo e un meraviglione.
  • Io allora inventerò una tabellina:
    tre per uno Trento e Belluno
    tre per due bistecca di bue
    tre per tre latte e caffè
    tre per quattro cioccolato
    tre per cinque malelingue
    tre per sei patrizi e plebei
    tre per sette torta a fette
    tre per otto piselli e risotto
    tre per nove scarpe nuove
    tre per dieci pasta e ceci.

Prova d’amore. Una fiaba dall’Africa

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un re che aveva una figlia ammirata da tutti per la sua bellezza e per la sua bontà. Molti venivano a offrirle gioielli, stoffe preziose, noci di kola, sperando d’averla come sposa. Ma la giovane non sapeva decidersi. A chi mi concederai? – chiese a suo padre. Non so – disse il padre – Lascio scegliere a te: sono sicuro che tu, giudiziosa come sei, farai la scelta migliore. Facciamo così – propose la giovane – Tu fai sapere che sono stata morsa da un serpente velenoso e sono morta. I membri della famiglia reale prenderanno il lutto. Suoneranno i tam-tam dei funerali e cominceranno le danze funebri. Vedremo cosa succederà. […]

Il ragno e l’uva. Una favola di Leonardo da Vinci

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Un ragno, dopo essere stato per molti giorni ad osservare il movimento degli insetti, si accorse che le mosche accorrevano specialmente verso un grappolo d’uva dagli acini grossi e dolcissimi. Ho capito. – disse fra sé. Si arrampicò, dunque, in cima alla vite, e di lassù, con un filo sottile, si calò fino al grappolo installandosi in una celletta nascosta fra gli acini. Da quel nascondiglio incominciò ad assaltare, come un ladrone, le povere mosche che cercavano il cibo; e ne uccise molte, perché nessuna di loro sospettava la sua presenza. […]

I due mercanti, una fiaba di Lev Tolstoj

Adattamento e messa in voce di Gaetan Marino

Un mercante povero si mise in viaggio e diede tutta la sua mercanzia di ferro in custodia a un mercante ricco. Quando tornò, si recò dal mercante ricco e gli chiese la restituzione delle sue ferramenta. Il mercante aveva venduto tutto e, per cavarsela in qualche modo, disse: – Al tuo ferro è accaduta una disgrazia. – Che cosa? – Io l’avevo riposto nel granaio. Là dentro c’è un esercito di topi che l’hanno tutto rosicchiato. Li ho visti io stesso rosicchiarlo. Se non credi, vieni a vedere. […]

Gli uccelli e la Cerasta. Una leggenda di Leonardo da Vinci

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

— Vieni a vedere! — gridò un uccellino al suo compagno. — Ci sono quattro teneri vermicelli che giocano sopra una foglia! —
Infatti, proprio ai quattro lati di una foglia, stavano quattro piccoli vermicelli, che si drizzavano dimenandosi e contorcendosi. Quell’uccellino non poté resistere alla tentazione di mangiare quei vermi, tanto teneri e ben nutriti da sembrare squisiti, e così si precipitò giù per catturarli, beccarli e divorarli. […]

La storia di Narciso. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta una bellissima ninfa che diede alla luce un bambino: il piccolo Narciso. Questo era il suo nome. Egli cresceva accanto a sua madre, dalla quale era amato come pochi al mondo lo sono mai stati. Per lui nulla era troppo bello, troppo delicato o troppo prezioso. Un giorno volendo conoscere il destino del suo adorato figlio la ninfa si recò dall’indovino Tiresia, la cui sapienza era leggendaria: – Mio figlio vivrà fino a una felice vecchiaia? – gli domandò. – Sì – rispose Tiresia – Se non conoscerà se stesso. […]

Il bambino e la serpe. Una fiaba dei fratelli Grimm.

Messa in voce di Roberta Perra

C’era una volta un bambino, e la mamma gli dava ogni giorno per merenda una scodellina di latte e pane buffetto, e con quella il bimbo andava a sedersi in cortile. Ma quando si metteva a mangiare, da una fessura del muro sbucava fuori la serpe della casa, ficcava la testina nel latte e mangiava con lui. Il bimbo ne era felice; e quand’era là con la sua scodellina e la serpe non arrivava subito, egli la chiamava:
— Vieni in fretta, serpicina, vieni, cara bestiolina, la tua briciola c’è ancora e il mio latte ti ristora!

L’albero che parla. Una fiaba di Luigi Capuana

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

[…] Bisognava dunque ora procurarsi l’antidoto per l’incantesimo. E tornò indietro. Ma sbagliò strada. Quando s’accorse d’essersi smarrito e non trovava più la via del ritorno, pensò di salire in cima a un albero per passarvi la notte: era quasi notte e le belve feroci lo avrebbero assalito e divorato. Ed ecco, a mezzanotte, un rumore assordante per tutto il bosco. Era un Orco che tornava a casa coi suoi cento cani mastini, che gli latravano dietro. – Oh, ho, ho. Ma che cosa strana, io qua sento odore di carne umana! L’Orco si fermò ai piedi dell’albero, e cominciò ad annusare l’aria proprio come fanno le belve: Oh, ho, ho. Ma che cosa strana, io qua sento odore di carne umana! […]

Uomo di colore. Un racconto dall’Africa

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Dunque, io, che sono uomo nero, quando sono nato, ero nero. Tu, invece, che sei uomo bianco, quando sei nato, eri rosa, e a volte pure rosa pallido pallido. Trascorse il tempo, ed io, uomo nero, ora che sono cresciuto sono sempre nero. Tu, uomo bianco, ora che sei cresciuto sei bianco. Accade poi che io, uomo nero, quando prendo il sole, sono nero. Tu, uomo bianco, quando prendi il sole, sei rosso e poi ti fai viola […]

La zia Maldidenti. Una fiaba di Christian Andersen

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Una fiaba adottata dallo studio dentistico del dottor Jörg Küster di Quartu Sant’Elena (Cagliari)

La zia Maldidenti mi dava molti dolci, quando ero piccolo. I miei denti resistettero, e non si guastarono. Anche adesso, che sono diventato più grande, lei mi vizia con la dolcezza, dicendo che sono un poeta.
Spesso, quando cammino per le strade della città, mi sembra di camminare in una grande biblioteca. Le case sono gli scaffali dei libri, ogni piano è un ripiano di libri. Qui si trova la storia di tutti i giorni, là una vecchia buona commedia, poi opere di scienza e di ogni materia, qui un po’ di racconti e là un po’ di romanzi.
La zia Maldidenti viene come un raggio di sole, riempie l’anima e i pensieri; viene come un profumo di fiori, come una melodia che si conosce, ma che non si ricorda cosa sia. […]



Beowulf, storia di un eroe della notte. Una leggenda Sassone.

Scritto e messo in voce da Gaetano Marino

Parecchio tempo fa, in un lontano passato, tanto remoto che ancora sapeva di vera leggenda, dove gli eroi avevano un grande valore e rispetto, nelle terre del Nord, buie di luce e dominate dal freddo, un giovane guerriero, che si chiamava Beowulf, stava ascoltando, seduto accanto al fuoco, le parole dei grandi saggi, che narravano una storia di sangue appena giunta da un paese lontano. Si parlava del terribile Grendel. Il mostro, che era assai temuto e conosciuto in tutta la Danimarca per la sua ferocia. Un notte irruppe con una violenza mai vista nella sala reale del Grande Cervo del guerriero Rotghar, re di Danimarca. Grendel uccise parecchi guerrieri e massacrò uomini e donne, dilaniando i loro corpi; le pareti della sala reale furono imbrattate di sangue e brandelli di carne umana furono sparsi in ogni dove. Ma non finì lì. Grendel tornava ogni notte. […]

I tre desideri del taglialegna. Una fiaba di Charles Perrault

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un taglialegna di nome Crisponzio, che era stanco della vita — così almeno diceva — e aveva una grande voglia di andarsene all’altro mondo. Da quando era nato, a sentir lui, il cielo spietato non aveva mai voluto esaudire uno solo dei suoi desideri.
Un giorno, mentre si trovava nel bosco, e si lamentava sempre più della sua vita, gli comparve Zeus, con in mano un fulmine. Figurarsi la paura del povero tagialegna!

  • Oh Zeus, dio onnipotente, io non voglio niente, niente! – Gridò il taglialegna spaventato, gettandosi a terra. – Nulla desidero, per carità, non colpirmi con i tuoi fulmini, non incenerirmi, qui siamo tutti felici! […]

Il coccodrillo e l’icnèumone. Una favola di Leonardo da Vinci

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Un coccodrillo, dopo aver ucciso un uomo che dormiva sotto una palma, versò molte lacrime. – Vedi – disse un icnèumone a suo figlio – il coccodrillo è un ipocrita, perché ora piange e fra poco divorerà la sua vittima. –
Infatti, dopo un po’, il coccodrillo si mise tranquillamente a mangiare la sua preda. Finito il pasto si addormentò sulla sponda del fiume, a bocca aperta, per consentire ad un uccellino suo amico, chiamato Trochilo, di entrar dentro a beccare gli avanzi rimastigli tra identi.
Stuzzicato piacevolmente dal diligente uccellino, il coccodrillo, nel sonno, apri ancora di più le sue poderose mascelle.
Allora l’icnèumone disse a suo figlio:

  • Ora stai bene attento. E così che si uccidono i traditori. –
    E, presa la rincorsa, si precipitò nella bocca del coccodrillo infilandosi alla svelta giù per la gola. Da quella passò nello stomaco, glielo sfondò con i denti aguzzi, quindi entrò nell’intestino facendo altrettanto.
    Il coccodrillo, svegliato di soprassalto, incominciò a rotolarsi per terra in preda al dolore, urlò sentendosi strappare le viscere, finché, dilaniato dall’icnèumone, restò a pancia all’aria, morto e stecchito.

Il bruco e la virtù. Una favola da Leonardo da Vinci.

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Eppure, stava lì, in attesa, fermo e ben saldo sul palmo di una foglia, il piccolo teneroso bruco. Il vermicello dai tanti e tanti piedini guardava con i suoi occhietti in ogni parte e in ogni dove, e girava intorno nei suoi pensieri. C’era chi sorrideva, chi salutava, chi cantava, chi saltellava, chi correva in ogni dove, e soprattutto c’era volava. Tutto era gioioso intorno, ogni cosa si muoveva e vibrava di vita felice. Solo lui, povero bruchino, non riusciva quasi più a muovere il suo corpo, non aveva mai avuto voce, né poteva muoversi veloce come gli altri, ma soprattutto, non sapeva cosa volesse dire volare. Ogni suo passaggio da una foglia all’altra gli pareva un lungo stanco e infinito viaggio. […]

Il paese senza punta. Di Gianni Rodari.

Messa in voce di Gaetano Marino

Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore.
Viaggia e viaggia, una volta capitò in un paese dove gli spigoli delle case erano rotondi, e i tetti non finivano a punta ma con una gobba dolcissima.
Lungo la strada correva una siepe di rose e a Giovannino venne lì per lì l’idea di infilarsene una all’occhiello. […]

Supplica a mia madre. Una poesia di Pier Paolo Pasolini

Messa in voce di Gaetano Marino
Drammaturgia musicale di Simon Balestrazzi

Supplica a mia madre.
Dalla raccolta “Poesia in forma di rosa” pubblicata nel 1964.

È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

La madre. Dalle Memorie di Pier Paolo Pasolini

Drammaturgia musicale di Simon Balestrazzi
Messa in Voce di Gaetano Marino

Torno alle giornate più remote del nostro amore, una marea di muta gratitudine, e disperati baci.
Tutta la mia infanzia è sulle tue ginocchia, spaventata di perderti e perdutamente felice di averti.
Ho compiuto il viaggio che tu non hai compiuto, mia lodoletta, madre fanciulla.
Coraggio di dolce indiziato, invasato e imprudente e cieco amore.
Fui un altro al ritorno, con in volto la maschera della nostra dolcezza.
Una bellezza fonda d’ombre nella fronte pura, e nell’ onda giovane dei capelli, magra negli ossi del mento e degli zigomi, dura nella tenera curva della faccia.
Ah, odiosa mitezza adorabile in te ch’eri davvero bella.
Ricordo i pomeriggi di Bologna: al lavoro cantavi nella casa che non era che un’eco.
Poi tacevi, e volata nell’altra stanza (ah il bruno tuo passo di bambina…) riprendevi a cantare.
E il pomeriggio era silenzio e rapimento.
Tu sai quanto fui puro, quanto amavo una vita troppo bella per me, quanto ero deciso a difendere e amare.
Ma tu di me conosci gli abbandoni.
Nella storia del nostro amore c’è un’ ombra, il rapporto unico, la troppa confidenza che non s’esprime, resta parola, imputridisce.
La purezza perduta.
Il mondo è nell’ombra del tuo tiepido riso di madre giovinetta.
Tu, sola, davi la solitudine a chi, nella tua ombra, provava per il mondo, un troppo grande amore.

Percevaliana e d’altri versi. Poesie di Maurizio Virdis

Scritte e messe in voce da Maurizio Virdis
Dalla raccolta quo (quo) VERSUS (?)
Drammaturgia del suono a cura di Gaetano Marino
Potete acquistare il libro di poesie “quo (quo) VERSUS (?)” su Amazon: https://www.amazon.it/dp/B0CNZZGGX3

Titoli e testi di questa raccolta podcast

PERCEVALIANA

Per l’illusione matricida andò
via dalla foresta guasta e desolata,
e solo danni procurò,
oppure inopinati tornaconti.
L’economia del dire lo tradì
fra gesta e mirabilia alla ventura.

Apprese il dire nel dubbio d’un graal.
E lì l’amore.
Gettò i dadi per sfidar la sorte;
forse vinse.
Mais le hasard jamais il n’abolit:
la sua salvezza.
Prolungava l’illusione oltre ogni corte.
E il demone domò del mezzodì.
Lo frequentava una visione altera,
che diffrangeva riverberi di gemma,
sotto le lune metempiriche e audaci,
fatta dei fili stenti del dilemma.
E generò la madre. La inventò.
Così che procedeva oltre la sfera
di ciò in cui tutti si mostravano
incapaci.

***

ITERAZIONE DI UNA MORTE

E all’ultimo momento
la parola
sovviene non voluta
d’esserci ancora,
ma il tempo è al di sotto:
la cosa è andata
non quella è la forma:
sarà un’altra volta
per storno d’ormai.

***

CHE OCCASIONE

Capire
giovata la cosa
parola ri-succhiata
per dire:
credevo….
e poi le mani cercano
là dove sperato nel buio
di sottecchi
– ma diamine, che roba…! –
scrutarsi felici
inferiori al momento
occasione in ipostasi:
che roba….!

***

MYSTERIUM MORTIS *IN ARTICULO
(scilicet ars narrandi)

narrare sul filo un confine
che ultimo non è, ma trapassa
nell’ora abolita.

S’incarna lo spirito in verbis
sfigura l’azione:
nel conto
la pone ordinata,
l’ascrive oramai, ma scontata:
le reni gli sonda ed il cuore.

Congiungersi, nel tempo scemato
consunto, slabbrato potere
con ciò che voluto l’avrei
– dissidium animae
in littera nova /……/ desidia –
desidera ciò ch’è raggiunto
congiunto che gli ha la parola
col filo che fragile è pure
all’equilibrista che l’osa.

Ed ivi nel gioco compone la voce
rinata al silenzio
che l’ora riposa, che l’ora gli porge in parola.
Semantica dell’infinitesimo:
ventriloquo in cerca d’istanza
glossando l’intonso volume:
…forse di già nella fatal quiete……

***

CUPIO DISSOLVI

Gelido vorrei stare contemplando
il dissolversi vago del mio sguardo,
nell’ora trepida dell’oblio di sé
esaltante il giudizio che si elide
docile äll’imperio della grazia
evocata. Ne resta il dubbio torbido
l’anima lasciando interrogata,
languente muta nel turbato azzardo
acerbo che si sfuma nell’immagine
nuda dell’amore,
intatta alla ragione d’avalon.
Mare di nebbia invita ad annegarmi,
appellandomi al ghiaccio ove la morte
misura trae cardinale alla vita:
interseco al tuo sguardo irresponsabile
algidità d’un dono che non schivo.

***

ANIMA, L’ANIMA TI DARO’

Anima, l’anima ti darò se tu mi guardi
perché riposi in seno al tuo sorriso
il mio girovagare che s’avvolge
costretto come trottola impazzita.

Anima, s’ànima mia t’intregu si mi càstias,
ca in codhu de s’arrisu chi scarìngias
si ’nci potzat arrimmai s’andòngiu miu
trottoxèndusi tottu arròlia arròllia,
apretau che bardùfula ammachiada.

***

DEMI-SOMMEIL

Poi in dormiveglia, la notte:
ecco – d’ogni altra cosa ignaro –
tenevi tra le mani
impubere la gioia.
Lampo sommesso in cui il tempo s’abbaglia,
che palesandolo lo deduce e annulla.

***

N’ATTENDANT PAS GODOT: LA JOUISSANCE

Giacché aspettando godo
non m’è mestieri attendere Godot.
Sospeso immoto nel fluir mi resto:
che l’ora non m’accade, vi discàpita:
e disattesa in deroga rimane.
Esonerata.

Quindi vo il tempo a designificare
quel che non è spremendone:
ond’essermi io possa.

Proposito che a volte va a buon fine
che gaudio si distacca da concetto,
elusovi il percetto ed ogni prassi.
À contretemps.
Naïf.
Allo sproposito.

Che guardo ad occhi chiusi
un cielo azzurro
topico;
e il canto d’un fringuello vi si infigge.
Assoluto, totale. Incorruttibile.

***

TANTU GENTILI
Traduzione in lingua sarda da Vita Nova di Dante Alighieri

Tantu gentili e onesta è’ a s’avverai
sa donna mia cand’áteru saludat
ch’ogna lìngua tremendi torrat muda
e no s’atrivit s’ogu a dha castiai.

Si ’nci andat issa a s’intendi alabai
beninna ’estida d’umilesa in muda
e cosa benìa parit, chene duda,
de celu innoi miràculu a ammostai.

Chini aici dha mirat si ’ndi prexat
ca ’e is ogus giait in coru unu druciori
chi scî no podit chini no dhu proat,

e de is laus suus parit chi ’ndi moat
un’ispíritu léviu prenu ’e amori
chi andat narendi a s’ánima ‘susprexa!’.

***

SU SLACANADU
Traduzione in lingua sarda di “L’infinito” di Giacomo Leopardi

Stimau sempr’apu custa sedha aresti
e sa crisuri, chi de parti meda
de s’úrtimu fundali escluit s’oghiada.
Ma sétziu innoi mirendi, islacanadus
logus in palas d’issa, e mudïori
adhia ’e s’umanu, e asséliu isfundoriau
mi figur’ eu in su pensu; anca agiumai
sprama in coru est s’aùra. E daghi intendu
’entu frusiendi intra ’e is matas, deu cudhu
mudïori infinidu a custa boxi
seu cumparendi: e subbenit s’eternu
e is simanas mortas, e sa de oi
e bia e is sonus d’issa. Aici in tottu
custu immensu su pensu miu s’imbergit:
e a m’aciuvai m’est druci in custu mari.

***

EROS E DEDALO

E grido che mi fa gridar l’amore
lo strazio che nell’anima s’incarna
facendola tornare solo carne
quando il tuo corpo si libra all’assenza:
che di te cede più che tu non hai.
Ed urlo la vergogna oltre il ritegno,
apertis verbis senza esitazione:
e denudata taccio la beanza
dischiusa nel difetto che ti empie,
signora mia, che resti dimidiata
se non ti fingo docile padrona
di me cui se m’inchino tu ti pieghi
e ti spogli nel velo dell’abbaglio
che, irrispettosa con sublime arguzia,
tu scudo vitreo accordi all’artiglio:
che si condensa nell’esaltazione
mentre solo mi cresce l’intelletto,
e il senno che disegna il labirinto,
di te progetto vero oltre l’inganno,
che s’imbroglia fra trine che scagionano
la tua più spudorata convinzione.

***

DOMINE: NON SUM (L)IGNEUS

Quia non sum ligneus, uro cupidine.
Verum non igneus: ignosce, Domine.

Non se ne esce, parole inutili:
un bavardage.
Cercano nodi, magari snodi,
forse li trovano, inopinati li creano forse.
Che questo fuoco
d’intemperanza sol produce scorie
che ne risultano sol vacue storie.
Un guazzabuglio, quasi un cibreo
di vane immagini in cui mi beo:
significanti privi di testo.
Venirne a capo, filo d’Arianna,
componi tu. Prima ch’io sconti
solo con me la mia condanna.
Chi tiene il bandolo mi riconosca:
e mi richiami d’oltre la soglia
che già varcò vispa Teresa.
Accenda il fuoco ove ritrovi
l’altro da me, qual stigma ardente
pentecostale di me radice,
audace effato dell’ineffabile
che la grammatica contraddice.
Sed tantum dic verbo:
verbo ablativo d’ogni cascame,
che non accusa, né è pur causato:
quia tu es verbum, motòr dinamico
trasposto in carne,
qui verbo loqueris, qui verbo agis.
Quia verbo es.
Io son soltanto quello che c’è,
ein Mann, soltanto, ohne Eigenschaften:
Domine, non sum dignus:
parola per parola fammi te.
Come on, my Lord, and light my fire,
spèrdila tu ogni parola rea,
ch’io non è un altro, ma è quel che è.
Et sic sanabitur anima mea.

***

URBANITAS

Desolazione in strade:
orme d’avanzi recenti
di chi ancor vive:
Luce consunta a brandelli:
tace pure la perdita e l’oblio.
Bloccato il cielo.
Cemento a squadra,
cristalli a luccicare
di grate carcerate.
Cicalar non senti in alcun dove;
impercepiti gli affari nei bistrot.
Il ciel guardar non s’osa.
Amar neppure.

***

Presentazione
Cercare la parola; una parola. Acciuffarla. Per trovare, attraverso essa e in essa, una direzione verso cui volgersi. E le direzioni possono essere molteplici, la parola è erratica nei suoi percorsi, che mutano con il trascorrere del tempo e il volgere dell’esistenza, o il presentarsi delle occasioni, o l’erompere delle emozioni e delle pause meditative, o con l’umore perfino.
Nella ricerca di un dire che non consenta alla lingua d’esser padrona del (mio) dire; ma che, ex diverso, possa piegarla, la lingua, a un quid da invenire e da inverare. Un quid che peraltro soltanto (forse) la lingua può generare. Cortocircuito d’ogni darsi poetico: fra grazia e dannazione. Fra guerra, armistizio e negoziazione. Fra Scilla e Cariddi eludendo il rischio bifronte dell’apocrifo conforme e della coatta intransitività.
Gioco d’azzardo, già fu detto: negare la lingua per affermarla.

mVirdis

Janas. La fata di Adarre. Storie delle piccole fate di Sardegna.

Messa in voce di Gaetano Antonino Marino.
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La farfalla e il lume. Una favola di Leonardo da Vinci

Messa in voce di Gaetano Marino

Un parpaglione variopinto e vagabondo andava, una sera, discorrendo nel buio, quando vide in lontananza un lumicino. Subito drizzò le ali in quella direzione, e quando giunse vicino alla fiamma si mise a ruo-tarle agilmente intorno guardandola con grande meraviglia. Com’era bella!
Non contento di ammirarla, il parpaglione si mise in testa di fare con lei quello che faceva di solito coi fiori odorosi: si allontanò, si voltò, e puntando coraggiosamente il volo verso la fiamma le passò sopra sfiorandola.

L’aspide e l’Icneumone, una favola di Leonardo da Vinci

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

L’aspide è un serpentello pericolosissimo per il suo veleno mortale. Al morso dell’aspide non c’è altro rimedio che di tagliare subito le parti morsicate. Eppure, questo pestifero animale ha un tale desiderio di compagnia che si muove sempre insieme a qualcuno della sua specie, maschio o femmina che sia.

Cecina. Una fiaba di Luigi Capuana

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un Re, che amava talmente tanto la caccia che e per essere più libero di andarvi tutti i giorni, non aveva voluto prender moglie. I ministri gli dicevano: – Maestà, il popolo desidera una Regina. E lui rispondeva: – Prenderò moglie l’anno venturo. Passava l’anno, e i ministri da capo: – Maestà, il popolo desidera una Regina.
E lui: – Prenderò moglie l’anno venturo. Ma quest’anno non arrivava mai. […]

Senza Orecchie. Una fiaba di Luigi Capuana

Adattament e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un Re che aveva una bella bimba.
La Regina era morta di parto, e il Re prese una balia che gli allattasse la piccina.
Un giorno che la bimba ebbe compiuto ter anni, la balia, insieme alla piccina, scese nel giardino reale. La bimba si divertiva e si rotolava sull’erba, all’ombra dei grandi alberi. Sull’ora di mezzogiorno la balia s’addormentò; ma quando si svegliò, non trovò più la Reginotta. Cerca, chiama per tutto il giardino; nulla! La bimba era scomparsa.
Come dirlo al Re?

Fata Fiore. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’erano una volta due sorelle che erano rimaste orfane sin dall’infanzia: la maggiore bella quanto il Sole, diritta come un fuso, con una grande chioma di capelli che parevano d’oro; la minore, invece, era così cosiì, né bella né brutta. Restava piccina, magrolina e… zoppina da un piede. Per la sorella maggiore e cattiva, non aveva nome: era semplicemente la zoppina. […]

Ranocchino. Una fiaba di Luigi Capuana

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Si racconta che c’era una volta un povero diavolo, il quale aveva sette figliuoli che avevano fame. Il maggiore contava dieci anni, e l’ultimo appena due. Una sera il babbo se li fece venire tutti dinanzi. – Figliuoli – disse – son due giorni che non gustiamo neppure un gocciolo d’acqua, ed io, dalla disperazione, non so più dove trovar cibo. Sapete che ho pensato? Domani mi farò prestar l’asino dal nostro vicino, gli metterò in groppa le ceste e vi porterò in giro per vendervi. Se avete un po’ di fortuna, qualcuno vi comprerà. […]

La storia di Giasone e Medea, il vello d’oro – Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

[…] Medea prepara per Giasone un unguento magico che lo proteggerà dal fuoco sputate dai due tori e gli dona un rubino fatato, capace di proteggerlo dai guerrieri della seconda prova. Nonostante Giasone abbia superato le prove, Eeta rifiuta di cedere il Vello d’Oro, allora Giasone, sempre aiutato da Medea, addormenta il drago, messo a guardia del Vello, se ne impadronisce e torna con la nave verso Iolco con Medea. […]

Perseo e il mostro Medusa. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

[…] Medusa era circondata da centinaia e centinaia di uomini che erano diventati statue di pietra per aver fissato lo sguardo su di lei. “Come faccio a ucciderla senza guardarla?” si chiedeva Perseo, preoccupato. Un raggio di sole si rifletté sullo scudo di Atena, e Perseo ebbe un’idea. Si mise lo scudo davanti al viso e volò all’indietro trasportato dai sandali alati. Riuscì cosi a guardare il mostro, riflesso nel metallo lucidissimo. […]

La carriola. Una novella di Luigi Pirandello

Messa in voce di Gaetano Antonino Marino.
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L’altro figlio. Una novella di Luigi Pirandello

Messa in voce di Gaetano Antonino Marino. Musiche di Simon Balestrazzi TAC.
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Le dodici principesse. Una fiaba dei fratelli Grimm

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un re che aveva dodici figlie. Ma la disgrazia, diciamo così, era quella di avere tutte le figlie belle, belle una più dell’altra. Dovrebbe essere invece una gioia e una grande fortuna aver dodici figlie belle, ma, ahimé, la sfortuna e la disgrazia per le fanciulle, fu che il re era geloso e possessivo. Le dodici principesse, proprio a causa delle gelosia del loro re padre, dormivano tutte in una stanza, e la sera, dopo le preghiere, e prima della nanna, la porta della stanza veniva chiusa dall’esterno con una passante di ferro robusto e un chiavistello d’acciaio. Proprio come se le fanciulle fossero rinchiuse una pigione. […]

Aiace: onore e destino di un grande eroe della guerra di Troia. Mitologia

Scritto e messo in voce da Gaetano Marino

La mia parte è compiuta, e adesso tocca a te, Zeus, padre onnipotente, sostenermi. Perciò ti imploro: manda qui uno che possa ricomporre il mio corpo. Ma non uno che odio, ti supplico. Non uno che mi scagli via, appena divenuto carcassa morente, riversa nella polvere, per essere cibo e preda di cani e rapaci.
Chiamo le eterne e oscure vergini. Le ostinate del destino, le Erinni. Vi imploro, o sorelle della notte, datemi conforto e sostegno! Sappiano tutti come mi annientò la mano dei figli di Atreo, miei alleati e presunti amici, Agamennone e Menelao, insieme al loro seguito. Che son infamia su infami, umiliazione verso di me, contro il mio onore.
Ora vedono me cadere suicida, ma altro suicidio li sterminerà, stiano certi, per mezzo dei loro cari.

Spera di Sole Raggio di Sole. Una fiaba di Luigi Capuana

Adattamento e messa in voce di Gaetno Marino

C’era una volta una donna che faceva la fornaia e aveva una figliuola, che era brutta assai e nera, come un tizzone di carbone. Tant’è che la chiamò Carbonella.
Madre e figliuola campavano infornando il pane, e Carbonella stava sempre lì a lavorare, dalla mattina alla sera, senza riposare quasi mai.
Eppure Carbonella era sempre di buon umore.
Un mucchio di fuliggine, i capelli arruffati, i piedi nudi e sporchi di fango, e con in dosso due stracci che gli cascavano a pezzi; ma le sue risate risuonavano da un capo all’altro della via.

«REQUIEM AETERNAM DONA EIS, DOMINE!» Una novella di Luigi Pirandello

Messa in voce di Gaetano Antonino Marino. Musiche di Simon Balestrazzi TAC.
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Storia Universale. Di Gianni Rodari

Messa in voce di Gaetano Marino

Scritti messi voce di fiabe, favole, racconti e altre storie create da Gianni Rodari per i suoi primi Cento anni. “La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo”.

Tonino l’invisibile. Di Gianni Rodari

Messa in voce di Gaetano Marino

Una volta un ragazzo di nome Tonino andò a scuola che non sapeva la lezione ed era molto preoccupato al pensiero che il maestro lo interrogasse.
«Ah, – diceva tra sé, – se potessi diventare invisibile…»
Il maestro fece l’appello, e quando arrivò al nome di Tonino, il ragazzo rispose: – Presente! – ma nessuno lo sentì, e il maestro disse: – Peccato che Tonino non sia venuto, avevo giusto pensato di interrogarlo. Se è ammalato, speriamo che non sia niente di grave. […]

La giostra di Cesenatico. Di Gianni Rodari

Messa in voce di Gaetano Marino

Scritti messi voce di fiabe, favole, racconti e altre storie create da Gianni Rodari per i suoi primi Cento anni. “La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo”.

Il sorriso delle Janas. Fiaba

Illustrazione di Sara Bachmann – Le amiche di Freya

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Annicca, la Jana indovina. Fiaba

Illustrazione di Sara Bachmann – Le amiche di Freya

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Luna innamorata. Mitologia

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Una fiaba adottata da Freedom LAC

Ottico
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Siamo in via Pola, 57 – Cagliari – tel. 070 655222
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La sacerdotessa Ero e il nobile Leandro: amanti, se non con gli occhi. Mitologia

Scritto e messo in voce da Gaetano Marino

Poi una sera il destino prese in mano quel filo misterioso che decide ogni cosa della vita, nel bene e nel male, e iniziò a scorrere tra le mani di chi avrebbe scelto tra la vita e la morte. Si alzò improvviso il vento, vento forte che infuriò in un attimo. Le onde del mare vennero a infrangersi imponenti contro la riva e le rocce. Ero sperava che Leandro fosse rimasto a terra, nell’altra sponda, ma andò comunque sulla cima della torre ad accendere la grande torcia per segnalare a Leandro il punto di approdo, come ogni sera.

Il buon contadino e la zecca. Una favola di Vanda Taccia

Scritta da Vanda Taccia, messa in voce di Gaetano Marino

Un Contadino generoso viveva in una casupola non troppo lontano dal suo villaggio. Ogni giorno, da anni, eseguiva la sua routine: si alzava presto, faceva un’abbondante colazione con pane, latte e miele; quello buono delle sue api e quando lo finiva le sue confetture d’agrumi imperavano sul suo tavolo. In paese conoscevano bene i suoi prodotti perché spesso lui li donava. Se andava dal barbiere era pronto il vasetto di mandarini. La sartina, che spesso rammendava i suoi pantaloni, riceveva un barattolo di confettura di mirtilli raccolti con le sue mani. Era un buon uomo, non chiedeva mai nulla per sé e proprio per questo era molto amato e apprezzato dai paesani.

Gna Gna, la ragnetta che non sapeva amare. Una favola di Vanda Taccia

Scritta da Vanda Taccia, messa in voce di Gaetano Marino

Un giorno, una ragnetta assai carina scelse l’angolo buio di un vecchio tavolo, che stava abbandonato in una soffitta, per tessere la propria ragnatela e farsi una casetta solida. Era un angolo lontano dagli sguardi curiosi, dove lei avrebbe potuto mangiare e ammirare la propria bellezza. La bella ragnetta si chiamava Gna Gna, era giovane, svelta e abile nel tessere la propria tela; tanto era capace che i fili luccicavano di meraviglia, ma soprattutto non mancavano mai di catturare le prede.

Ciaula scopre la Luna. Una novella di Luigi Pirandello

Messa in voce di Gaetano Antonino Marino. Musiche di Simon Balestrazzi TAC.
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Amore e Psiche, anima curiosa. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Ma alla dea dell’Amore, Afrodite, non fece piacere che qualcuno osasse mettere a confronto la sua bellezza con quella di una semplice mortale. Ma quando vide Psiche riconobbe, suo malgrado, che quella bellezza meritava davvero lodi e apprezzamenti assai maggiori. Afrodite decise di vendicarsi.

L’airone, i pesci e il gambero. Una favola di Lev Tolstoj

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Un airone aveva dimora da parecchio tempo in uno stagno, finché divenne vecchio, e gli mancò la capacità di procurarsi qualche pesce e sfamarsi. Non gli rimase che trovare con la furbizia un nuovo metodo per trovare da mangiare. Fu così che si rivolse ai pesci dello stagno: “Pesci dello stagno, udite udite quale sventura cadrà su di voi tra qualche giorno: Gli uomini vogliono svuotare lo stagno dalle acque, vogliono prendervi tutti in un solo colpo.” Tutti pesci vennero a galla con gli sguardi terrorizzati. “Ma state tranquilli, – proseguì l’airone – perché io so che al di là di quella collina, si trova uno stagno meraviglioso, e assai più grande di questo.” I pesci si guardarono tra di loro, ma non sapevano che fare. “Io vi aiuterei, amici pesciolini, ma, come sapete io sono anziano e non riesco più a volare come prima.
I pesci allora, assaliti dalla disperazione, iniziarono a supplicare l’airone perché li portasse al di là della collina.

Comare lupa e comare volpe. una fiaba dei fratelli Grimm

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Una lupa mise al mondo un lupacchiotto e invitò la comare volpe a fare da madrina.
-E’ nostra parente stretta- disse -è astuta e ha molto giudizio: potrà addestrare il mio figlioletto e aiutarlo a farsi strada nel mondo.-
La comare volpe fu molto onorata per l’invito e disse:
– Vi ringrazio per l’omaggio che mi fate, comare lupa; io mi comporterò in modo da contentarvi-.
Durante il banchetto la comare volpe mangiò quanto più potè, divertendosi allegramente, e poi disse:
– Cara comare lupa, è nostro dovere provvedere al piccolo lupacchiotto; dovete nutrirvi bene perché‚ si irrobustisca. Conosco un ovile dove sarà facile prenderci un bel bocconcino-.

Il figlio irriconoscente. Una fiaba dei fratelli Grimm

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

* dai 9 anni

E ora stava lì, in mezzo alla tavola, dorato e con la pelle croccante, quell’arrosto di pollo che ancora fumava. La sua fragranza s’era sparsa per tutta la casa e persino per la via, il quartierino. Appena seduti a tavola l’uomo prese un bel forchettone un bel paio di forbici e infilzando il pollo iniziò a dividerlo in parti.
Ma ad un tratto l’uomo vide sulla strada, un anziano signore, che s’accostava proprio alla porta di casa: era suo padre, l’anziano genitore.

Il gallo del tetto e il gallo del pollaio – Una fiaba di Hans Christian Andersen

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino e la partecipazione straordinaria di Marta

C’erano due galli, uno nel pollaio e uno sul tetto, entrambi molto superbi.
Il pollaio era separato tramite una staccionata da un altro cortile, e là si trovava il letamaio dove cresceva un grande cetriolo che era convinto di essere una pianta di serra.

Il grosso cane e l’uccellino generoso. Una fiaba dei fratelli Grimm

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Era quello un cane grande e grosso, ma aveva un cattivo padrone, che lo lasciava senza cibo per giorni e giorni. Quando il grande cane si stufò dei maltrattamenti subiti, una notte, raccolse le sue poche cose e all’alba se ne andò, triste e sconsolato.
Camina e cammina, un uccellino lo fermò:
“Amico cane, dove vai con quegli occhi tristi e disperati?”
Domandò l’uccellino.
“Eh, dove vado? Il mio padrone era un uomo cattivo e per questo me ne sono andato via di casa. Ho camminato tanto e adesso ho tanta fame, ma non ho niente di cui nutrirmi.”
Allora l’uccellino gli disse:
“Amico cane, vorrei venissi con me in città: penserò io a procurarti un po’ di cibo. Ti va?”
“Eh, certo che sì.” Rispose il grosso cane.
E così i due amici si avviarono verso la città vicina.

I tre anelli. Una fiaba di Luigi Capuana

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un sarto che aveva tre figliuole, una più bella dell’altra. Sua moglie era morta da un pezzo, e lui si stillava il cervello per riuscire a maritarle. Le ragazze non avevano dote, e senza dote un marito è un po’ difficile da trovarsi.
Un giorno questo povero padre pensò d’andarsene in una pianura e chiamare la Sorte:
– Sorte, o Sorte!
Gli apparve una vecchia, con la rocca e col fuso:
– Perché mi hai tu chiamata?
– Ti ho chiamata per le mie figliuole.
– Portale qui ad una ad una; si sceglieranno la sorte colle loro mani.

Il barbiere, la radichetta e la coda di cavallo. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un barbiere che faceva la barba alla povera gente. Scorticava le facce con un vecchio rasoio e vi trinciava braciole di carne di quando in quando. E se gli avventori si lamentavano, egli, che era di umore allegro, rispondeva: “Per un soldino, vi faccio la barba e una braciola; e brontolate? Una braciola costa di più.” Gli avventori ridevano e andavano via contenti, col viso impiastricciato di ragnateli, per stagnare il sangue.

Il mugnaio. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un mugnaio che aveva due belle figliuole. A una avea dato nome Rota, all’altra Tramoggia.
La gente che andava a macinare, vedendo le due ragazze, domandava:
— Compare, ma quando maritate queste figliuole?
— Quando ci sarà chi le vuole.
— E che dote gli date?
— Dote niente. Rota la regalo, Tramoggia la do per
nulla.
— Furbo siete, mugnaio!

Il lupo mannaro, una fiaba di Luigi Capuana. * dai sette anni in su

  • dai sette anni in su

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un Re e una Regina che non avevano figliuoli e pregavano i santi, giorno e notte, per ottenerne almeno uno. Intanto consultavano anche i dottori di Corte. – Maestà, fate questo. – Maestà, fate quello. E pillole di qua, e beveroni di là; ma il sospirato figliuolo non arrivava. Una bel giorno ch’era freddino, la Regina s’era messa davanti il palazzo reale per riscaldarsi al sole. Passa una vecchiarella: – Fate la carità! E la regina rispose: – Non ho nulla. La vecchiarella andò via brontolando. – Che cosa ha brontolato? – domandò la Regina. – Maestà, ha detto che un giorno avrete bisogno di lei.


Se una notte. Storie dalle “Storie” di Erodoto. Quinta Puntata

Traduzione di Patrizia Mureddu. Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino
In collaborazione con l’Università di Cagliari. Dipartimento di Filologia Letteratura Linguistica

Viaggiatore curioso ed instancabile, Erodoto, lo storico greco, riporta l’ascoltatore dei nostri giorni a confrontarsi con la condizione di scoperta e di magico incanto che accompagnava le sue peregrinazioni per il mondo allora conosciuto di ben duemila e cinquecento anni fa, descrivendo con vivacità usi, costumi, monumenti, animali, piante, leggende, dei numerosi paesi in cui – per un tempo più o meno lungo – si trovò a soggiornare.

La battaglia delle Termopili, il sacrificio di Leonida e i suoi trecento soldati. L’avanzata di Re Serse. La distruzione di Atene. La battaglia di Salamina, il disordine e il destino. Il coraggio e la temerarietà di Artemisia: il consiglio. La disfatta dei Persiani. La fuga e il ritorno in patria di Serse. Il sacrificio dei soldati Persiani. La terribile vendetta dell’eunuco Ermotimo. La battaglia di Platea. Intrighi e ultime vicende alla corte di Re Serse. Rapimenti e vendette.

Se una notte. Storie dalle “Storie” di Erodoto. Quarta Puntata

Traduzione di Patrizia Mureddu. Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino
In collaborazione con l’Università di Cagliari. Dipartimento di Filologia Letteratura Linguistica

Viaggiatore curioso ed instancabile, Erodoto, lo storico greco, riporta l’ascoltatore dei nostri giorni a confrontarsi con la condizione di scoperta e di magico incanto che accompagnava le sue peregrinazioni per il mondo allora conosciuto di ben duemila e cinquecento anni fa, descrivendo con vivacità usi, costumi, monumenti, animali, piante, leggende, dei numerosi paesi in cui – per un tempo più o meno lungo – si trovò a soggiornare.

Il popolo immortale dei Geti. Alla conquista degli Sciti, l’ultima battaglia per un coniglio. I Peoni, la rivolta ionica. Traditori di Dario e tradimenti. Chiedere pane e acqua, sottomissione. Si può ingannare un popolo, meglio che un uomo solo. La battaglia di Maratona. Spartani e le mancate battaglie. Il re persiano Serse prosegue la volontà del padre Dario: conquistare la Grecia. Preparazione della spedizione militare dell’esercito Persiano. Costruzione del ponte per attraversare l’Ellesponto (stretto dei Dardanelli): primi fallimenti. La punizione del mare con ferro rovente e catene. La traversata del ponte: La fantastica e visionaria illustrazione degli eserciti alleati.

Se una notte. Storie dalle “Storie” di Erodoto. Terza Puntata

Traduzione di Patrizia Mureddu. Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino
In collaborazione con l’Università di Cagliari. Dipartimento di Filologia Letteratura Linguistica

Viaggiatore curioso ed instancabile, Erodoto, lo storico greco, riporta l’ascoltatore dei nostri giorni a confrontarsi con la condizione di scoperta e di magico incanto che accompagnava le sue peregrinazioni per il mondo allora conosciuto di ben duemila e cinquecento anni fa, descrivendo con vivacità usi, costumi, monumenti, animali, piante, leggende, dei numerosi paesi in cui – per un tempo più o meno lungo – si trovò a soggiornare.

TERZA PUNTATA

Altri re d’Egitto: Rampsinito, il suo immenso tesoro e il ladro scaltro. Cheope e le grandi Piramidi, un popolo in schiavitù, il sacrificio della prima figlia. Micerino, il defunto in pegno, la preziosa e amata figliuola. Altri re d’Egitto. Persiani e la sconfitta dei Magi. Come Dario diventò re dei Persiani. L’immenso regno di Dario. Gli indiani, usi e costumi. I mangiatori d’uomini. I primi vegani della storia. Le formiche giganti e la caccia all’oro. L’Arabia e le sue straordinarie ricchezze: l’incenso e le spezie. Strane lucertole volanti. Come i cuccioli d’animali vendicano i loro padri. Sciti, sacrifici e usanze guerriere. La concia della pelle umana. Le tombe dei re Sciti, la sepoltura e la purificazione.

Se una notte. Storie dalle “Storie” di Erodoto. Seconda Puntata

Traduzione di Patrizia Mureddu. Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino
In collaborazione con l’Università di Cagliari. Dipartimento di Filologia Letteratura Linguistica

Viaggiatore curioso ed instancabile, Erodoto, lo storico greco, riporta l’ascoltatore dei nostri giorni a confrontarsi con la condizione di scoperta e di magico incanto che accompagnava le sue peregrinazioni per il mondo allora conosciuto di ben duemila e cinquecento anni fa, descrivendo con vivacità usi, costumi, monumenti, animali, piante, leggende, dei numerosi paesi in cui – per un tempo più o meno lungo – si trovò a soggiornare.

SECONDA PUNTATA

Il popolo Egiziano. Origini ed esperimenti d’antropologia sul popolo più antico della terra. Usi e costumi. Il mistero del dio fiume Nilo, la sua origine e le sue vicende al cospetto del Sole. Le imbarazzanti teorie di una terra presumibilmente rotonda. Il mondo degli animali sacri, la comparsa della misterioso uccello della fenice e il suo lungo viaggio per la sepoltura del padre.
Egitto, l’arte del desinare e della medicina. Le usanze funebri. L’arte dell’imbalsamazione, le sue tecniche e le differenti categorie sociali, precauzioni. Altri re egiziani: Sesostri e la fuga dal fuoco; Ferone il re cieco e il presagio d’una moglie infedele. La vera storia del rapimento di Elena.

Se una notte. Storie dalle “Storie” di Erodoto. Prima Puntata

Traduzione di Patrizia Mureddu. Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino
In collaborazione con l’Università di Cagliari. Dipartimento di Filologia Letteratura Linguistica

Viaggiatore curioso ed instancabile, Erodoto, lo storico greco, riporta l’ascoltatore dei nostri giorni a confrontarsi con la condizione di scoperta e di magico incanto che accompagnava le sue peregrinazioni per il mondo allora conosciuto di ben duemila e cinquecento anni fa, descrivendo con vivacità usi, costumi, monumenti, animali, piante, leggende, dei numerosi paesi in cui – per un tempo più o meno lungo – si trovò a soggiornare.

PRIMA PUNTATA
Perché Greci e Persiani si fecero guerra – Lidi, Gige e il Re Candaule – Persiani e Assiri, usi e costumi, – L’incredibile leggenda del Re Ciro e di suo nonno Astiage. Alla scoperta delle meraviglie di Babilonia, usi e costumi. Il popolo dei massageti e la regina Tomiri. Il terribile destino di Ciro che non volle ascoltare i consigli della regina dei Massageti.

Della natura e delle cose, di Lucrezio

Frammenti per voce e musica tratti da De rerum Natura.
Traduzione di Alessandro Marchetti. Adattamento, drammaturgia del suono e messa in voce di Gaetano Marino
Musiche di Simon Balestrazzi – TAC

“Avidamente congiungono petto a petto e bocca a bocca, e mordendosi il volto ansano indarno, poichè limar nulla possono, nè penetrar con tutto il corpo il corpo, come par che tal volta abbian talento, sì desiosamente avvolti, stan coi lacci venerei, finché, lasciati per soverchio piacer, si dissolvono i membri.”

La vera nel pozzo, l’ombra della verità. Lai de l’Ombre di Jean Renart. Intrighi, inganni e vicende amorose tra cavalieri, dame, re e regine

Dalla letteratura francese del XII-XIII secolo e dintorni
In collaborazione con l’Università di Cagliari, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, nell’ambito di un progetto di ricerca scientifica a cura del professor Maurizio Virdis, docente di Filologia e Linguistica Romanza
Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Presentazione
Un cavaliere, “divo” dei tornei, con un passato di idolo ambito del gentil sesso e di tombeur de femmes, si innamora alfine di vero amore per una dama, sposata, che in pratica egli neppure conosce. Da lei si reca per corteggiarla e richiederla d’amore. Ma parlare di vero amore non è così semplice come quando si tenta un’effimera avventura galante: la dama non gli crede, le parole da sole non bastano. Sarà un gesto arguto e gentile del cavaliere, ormai quasi rassegnato, a risolvere la situazione e a ottenere l’amore della dama.

Guigemar e la nave fantasma. Un Lai di Maria di Francia. Intrighi, inganni e vicende amorose tra cavalieri, dame, re e regine.

Dalla letteratura francese del XII-XIII secolo e dintorni
In collaborazione con l’Università di Cagliari, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, nell’ambito di un progetto di ricerca scientifica a cura del professor Maurizio Virdis, docente di Filologia e Linguistica Romanza. Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Presentazione
Figlio di un vassallo fedele al re di Bretagna, Guigemar è un cavaliere coraggioso e saggio. Un giorno, durante una battuta di caccia nel mezzo di un bosco, ferisce mortalmente una cerva bianca, ma il caso volle che la freccia ferisse, di rimando, sotto la coscia e gravemente pure lui. Prima di morire la cerva parla al Cavaliere e gli predice una possibilità di salvezza: la ferita potrà guarire solo da una donna che soffrirà per amore di lui, e lui soffrirà tanto per lei. Guigemar vaga per la foresta finché non troverà un fiume e una nave riccamente decorata, ma senza equipaggio.

Per l’animo mio folle. Poesie e liriche di Mimnermo, Saffo e Anacreonte.

Traduzione di Patrizia Mureddu. Messa in voce di Gaetano Marino

  • Mimnermo di Colofone (VII secolo a.C) è stato un poeta elegiaco e cantore greco antico.
  • Saffo è stata una poetessa greca antica vissuta tra il VII e il VI secolo a.C. Di famiglia aristocratica, nacque a Ereso, nell’isola di Lesbo, dove trascorse la maggior parte della propria vita
  • Anacreonte nacque intorno al 570 a.C. nell’isola di Teo.

Avevano già intuito, sognato, presagito e scritto ogni soffrire dell’animo folle. Desiderato quel che ognuno dimentica nei rinnovati rimpianti, mentre sono andati via parecchi e parecchi anni; mai nessuno ha avuto tanto dalle muse. Noi possiamo solo restare basiti ed epigoni.

Quando la donna è una dea. Intrighi e amori sull’Olimpo e dintorni

Traduzione di Patrizia Mureddu. Messa in voce di Gaetano Marino
Università di Cagliari – Facoltà di Studi Umanistici – Dipartimento di Filologia Letteratura Linguistica

I tre brani, accomunati dal tema della presenza femminile e dell’amore, intendono mettere a confronto due modi diversi di intendere il mito e la stessa poesia: alla semplice ed arcana bellezza del mondo evocato da Omero si contrappongono le studiate scelte espressive e narrative dei due poeti-filologi alessandrini, che giocano con il modello, evocandolo o rovesciandolo.
La traduzione in endecasillabi sciolti, che vuole dare conto della dimensione fortemente poetica degli originali, cerca di fare transitare nel testo italiano alcune caratteristiche stilistiche (uso della ripetizione formulare nel testo omerico; arte allusiva e divertito distacco in Apollonio e Teocrito) dei testi di partenza.

1) Omero Iliade XIV -l’inganno di Era – vv.153-360
2) Apollonio Rodio Argonautiche libro III – l’inganno di Afrodite – vv.1-160
3) Teocrito Il Ciclope innamorato

Voi che sapete, difesa e condanna di Socrate. Dall’Apologia di Platone

Traduzione di Patrizia Mureddu. Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

In collaborazione con l’Università di Cagliari – Facoltà di Studi Umanistici – Dipartimento di Filologia Letteratura Linguistica

La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell’Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.

Achille contro Ettore. Il duello. Iliade di Omero, libro 22°

Traduzione di Patrizia Mureddu. Messa in voce e drammaturgia del suono di Gaetano Marino.
In collaborazione con l’Università di Cagliari, Dipartimento di Filologia Letteratura Linguistica

L’Iliade racconta di un evento reale, la guerra di Troia, che si concluderà con la distruzione della città per opera di una confederazione di popoli greci, forse l’ultima grande impresa prima della fine dei regni micenei, databile intorno al 1100 a.C. Sicuramente, in quegli anni non esistevano un alfabeto o dei materiali scrittori adeguati per registrare un testo poetico così lungo e complesso: per molto tempo, perciò, i fatti che diventeranno il nucleo del poema – tra i quali dovette avere un posto importante l’episodio cruciale dello scontro tra i ‘campioni’ dei due eserciti nemici, Achille ed Ettore – vennero raccontati e tramandati oralmente. Nel corso di questo processo di elaborazione, durato almeno tre secoli, si deve collocare l’attività di quel grande aedo di nome Omero che fu, secondo gli antichi, l’autore dei due grandi poemi.
Radici tanto oscure e remote nel tempo spiegano perché il mondo che essi raccontano (e lo stesso modo di raccontarlo) ci può apparire estraneo, misterioso, duro. Ma proprio in questa diversità risiede gran parte del fascino di queste opere straordinarie, che hanno finito per rappresentare il principio ed il fondamento di tutta la nostra storia letteraria.

Dal Simposio di Platone nel Ragionar d’Amore.

Ragionar d’amore nel Simposio di Platone, traduzione di Patrizia Mureddu, lettura teatrale a cura di Gaetano Marino

Università di Cagliari – Facoltà di Studi Umanistici. Dipartimento di Filologia Letteratura Linguistica

Nella Grecia arcaica e classica il simposio era un momento importante di incontro tra gli esponenti di uno stesso gruppo sociale e politico: nel bere assieme si rinsaldavano i legami di amicizia e di partito, si componevano liriche o si cantavano i poeti più celebri, si conversava, si scherzava, si amoreggiava.
Platone ci descrive un simposio di stampo tradizionale, ma reso unico dalla presenza di Socrate. L’ambientazione è a casa del giovane tragediografo Agatone, che ha conseguito il giorno prima la vittoria al festival teatrale delle Dionisie, e completa i festeggiamenti pubblici con una cena tra pochi intimi, di cui Socrate sarà l’ospite d’onore.
L’intrattenimento raffinato di questa serata d’eccezione sarà costituito da una serie di encomi su Amore: a turno, tutti i commensali si cimenteranno in un discorso di lode, fino a che Socrate, riferendo l’insegnamento ricevuto dalla sacerdotessa Diotima, raggiungerà le vette più alte del lirismo e della filosofia. Ma Platone si diverte a rappresentarci uno per uno tutti i personaggi presenti (il giovane Fedro, il politico Pausania, il medico Erissimaco, il poeta comico Aristofane, lo stesso Agatone) riproducendone attraverso il modo di parlare il carattere e la posizione sociale.
Tutto si svolge con le regole della più elegante buona educazione, finché sulla scena irrompe Alcibiade ubriaco…

La pappa grande e deliziosa. Una fiaba dei fratelli Grimm

Adattamento, drammaturgia del suono e messa in voce di Gaetano Marino

Una fiaba adottata da Freedom LAC

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C’era una volta una povera bambina che viveva con sua madre in una piccola casetta ai margini di un villaggio. Nulla avevano più da mangiare e la fame era davvero grande. Un giorno la brava fanciulla si recò nel bosco per trovar qualcosa da calmar la fame. D’un tratto incontrò una vecchia, che già sapeva della sua miseria, e le donò una ciotolina di terracotta. “Bimba cara, tieni questa ciotolina, con questa finiranno i vostri giorni di fame, dovrai solo metterla sul fuoco e dire: – scalda la pappa, ciotolina!- e la ciotolina cuocerà una tanta pappa dolce; e quando vorrai che smetta dovrai solo dire: -Ora basta, ciotolina, smetti di scaldare!

Titanomachia, la guerra tra Titani. Mitologia

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Da lassù Zeus e i suoi alleati sferrarono l’attacco contro i nemici olimpici. La terra conobbe distruzione e devastazione. Ci furono terremoti, maremoti, tempeste, uragani. Si spostarono e si sgretolarono le montagne, i mari furono sempre in tempesta, a un passo da sommergere la terra tutta. I fiumi inondavano le terre, i laghi scomparivano sprofondando nelle viscere della terra e le valli bruciavano! Orribili crepaci, precipizi e gorghi si formarono dappertutto. Dalle fauci dei vulcani sgorgava lava e dalle crepe d’intorno si sprigionava fumo intenso, acre, che sapeva di zolfo dal colore scuro.

L’uccellino che non canta. Una fiaba di Luigi Capuana

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un calzolaio ridotto, dalle disgrazie, in povertà. Aveva preso moglie tardi. Rimasto vedovo, con una creaturina appena spoppata su le braccia, era stato costretto a prendere una donna che badasse all’orfanella e alle poche faccende che occorrevano in casa.
La mattina, di buon’ora, egli andava in giro in cerca di scarpe vecchie da rabberciare; e appena rientrato, si metteva al lavoro.
Aveva comprato alla bambina un bel seggiolino perché imparasse a camminare. La voleva sorvegliare, davanti a l’uscio; ma quando la donna non poteva sorvegliarla, per precauzione egli legava il seggiolino con una cordicella a un piede del tavolinetto da lavoro, e così stava tranquillo.

Il pescatore e sua moglie. Una fiaba dei fratelli Grimm

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Una fiaba adottata da Freedom LAC

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C’erano una volta un pescatore e sua moglie che abitavano in una lurida casetta presso il mare. Erano poveri e senza figli. Il pescatore andava tutti i giorni a pescare con la lenza, ma, ahimè, la pesca non era più sufficiente per sfamare lui e sua moglie.
Un giorno il pescatore se ne stava pensieroso seduto sulla sua barchetta vicino alla lenza, ad aspettare che qualche pesciolino abboccasse all’amo. Quel giorno il mare era calmo, anche più del solito, tanto che il povero pescatore divenne triste e pensò che anche quel giorno non avrebbe pescato nulla.

Una storia fantastica dai fratelli Grimm.

Scritta e messa in voce da Gaetano Marino

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Frammento Il cavaliere blu di Kandinskij

Voglio raccontarvi una storia fantastica
che vi sembrerà davvero una storia
ho visto due polli in arrosto di mare
volare e crepitare nel sale di fuoco
volavano rapidi e svelti come le dune
con le pance rivolte dal cielo futuro
spargevano ali sulle schiene
che guardano giù
[…]

I tre porcellini. Una fiaba dei fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

C’erano una volta tre piccoli porcellini che se ne andavano in giro per il mondo soli e soletti a cercar fortuna, e soprattutto bisognosi di una casa dove poter dormire.
Il primo porcellino trovò un contadino che trascinava una grande balla di paglia.
“Per favore signor contadino! Per favore contadino… signor contadino per favore… o’ contadino ma che c’hai la paglia nelle orecchie?”
“Eh, sì che c’è? Chi è che chiama?” rispose il contadino.
“Per favore contadino, che me la daresti quella balla di paglia?”
“Questa balla di paglia?”
“Che me la daresti per favore?”
“E perché dovrei dartela? O’ porcellino!”
“Ti, prego signor contadino, vorrei costruirmi una casa calda e bella, tutta di paglia”
E l’uomo contadino, che era buono e generoso, che fece? gliela regalò.
Il porcellino allora si costruì una bella casetta tutta di paglia, comoda e morbida, e andò a dormire al calduccio. La mattina dopo, appena spuntò il sole, il porcellino sentì bussare alla porta.

Sirenetta, la principessa del mare. Una fiaba di Hans Christian Andersen

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

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Là, in mezzo al mare, nelle profondità proibite all’uomo, abita la gente del mare sconosciuta al mondo. Nel punto più lontano del fondo si trova il castello del re del mare Poseidone. Egli era vedovo da molti anni, e aveva sei figlie. Tute belle. Ma chi governava il castello era la vecchia madre del re Poseidone, e voleva molto bene alle piccole principesse del mare, le sue nipotine.
Le principesse del mare erano sirene. Avevano la pelle bianca come l’avorio e delicata come un petalo di rosa bianca, gli occhi erano azzurri come il mare, ma non avevano piedi, perché il loro corpo era per metà pesce e per metà fanciulla. E al posto dei piedi possedevano una grande pinna.

Re Prudenzio. Una fiaba di Luigi Capuana

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un Re che andava sempre a piedi perché aveva paura dei cavalli.

  • Sono bestie, e con le bestie non ci voglio aver a che fare.
    Così diceva. Per questo i suoi sudditi gli avevano dato il nomignolo di re Prudenzio. Il guaio era che assieme con lui dovevano andar a piedi anche i Ministri e tutte le persone del seguito.
    E mentre il Re camminava avanti con quelle gambe che, a forza di esercizio, erano diventate d’acciaio, Ministri e persone del seguito, stanchi morti, grondanti di sudore, brontolavano tra i denti:
  • Accidempoli alle gambe di sua Maestà!

I pensionati della memoria. Una novella di Luigi Pirandello

Messa in voce di Gaetano Antonino Marino. Musiche di Simon Balestrazzi TAC.
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Cassandra e la profezia di un passato che non può attendere. Mitologia

Scritto e messo in voce da Gaetano Marino

Si sentiva bruciare. Diventò Una fiamma altissima e Cassandra fece un passo indietro, spaventata. “Avrai il Dono della profezia, ma non ti servirà a nulla, perché…”
Una folgore si abbatté sulla terrazza. “Nessuno, mai, ti crederà” Disse il dio. “Questa sarà la punizione per aver tradito la tua promessa!” Una pioggia pungente iniziò a scendere dal cielo, ma nessuno dei due sembrava accorgersene.
“Invece che come grande sacerdotessa, verrai ricordata solo come una povera pazza!
Il calore che emanava dal suo corpo era insopportabile e Cassandra si coprì il viso con il braccio. Quando lo tolse dagli occhi, Apollo era scomparso. Cassandra si guardò intorno come se vedesse quel luogo per la prima volta. Improvvisamente, tutto le era chiaro: Troia sarebbe stata distrutta dai maledetti Achei!

Le tre filatrici. Una fiaba dei fratelli Grimm

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C’era una volta una ragazza pigra che non voleva filare; la madre poteva dire qualunque cosa, ma non riusciva a persuaderla. Un giorno la madre andò in collera e le scappò la pazienza, cosicché‚ la picchiò, ed ella incominciò a piangere forte. In quel momento passava di lì la regina, e quando sentì piangere fece fermare la carrozza, entrò in casa e domandò alla madre perché‚ picchiasse sua figlia, dato che si sentivano le grida da fuori.

In principio fu il Kaos. Mitologia

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

In un tempo, assai lontano da un tempo senza tempo, c’era il nulla. O forse c’era solo un grande disordine, che di solito significa Kaos.
Ebbene, in quel grande Kaos c’erano cose che non avevano forma, né colore, non facevano odore e nessun rumore. Quel nulla appariva appeso chissà come, e sospeso non si sa dove, ma soprattutto non serviva proprio a niente.
Ed ecco che d’improvviso, in quell’abisso senza fondo, qualcosa prese forma. Nessuno ha mai saputo con certezza come e perché ciò accadde. Quel qualcosa si chiamò Gea, cioè, Terra, e nelle viscere di quella Terra ci stava il Tartaro, dove alloggiava il fuoco. Subito dopo apparve, sospeso ad abbracciare la terra, Eros, l’amore; che in futuro divenne un dio biricchino, dispettoso e beffardo.

Là, dove vivevano le Janas, tra Conquistadores e Orchi. Fiaba

Una fiaba adottata da Freedom LAC e messa in voce da Gaetano Marino

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Tanto tempo fa, quando ancora il tempo era senza tempo, nelle valli, nei boschi e nelle colline di Ihknos, una grande isola posta al centro del mare, vivevano le Janas, conosciute come le piccole fate. Erano creature alate misteriose, assai piccole e straordinariamente belle. Apparivano solo nella notte, perché la luce del sole poteva rovinare la loro pelle fragile. Abitavano nei boschi, oppure vivevano nelle Domus de Janas (case delle fate) scavate nelle rocce.

Briciola dopo briciola
Tante sono le storie fantastiche. Storie di cui nessuno sa quando siano cominciate, né da dove arrivate, tranne che dall’immaginazione dell’uomo. E questa è l’unica certezza.
Perché le fiabe, le leggende e i racconti tratti dalla tradizione orale cominciano sempre con quel “c’era una volta”, che rimane proprio in un tempo eternamente fuori dal tempo, dunque, indefinibile.
Furono storie narrate ai figli e poi ancora ai figli dei figli, finché sono giunte a noi. E nelle fiabe, si sa, il cielo non sta mai sempre in cielo, altrimenti che ci imbamboliamo a fare?
Di voce in voce, di generazione in generazione, appaiono come tante briciole, ciascuna diversa dalle altre briciole. Perché ognuno ha sempre narrato secondo i propri ricordi, le proprie certezze, o dubbi, o speranze e, soprattutto, con i propri sogni; finché son venute fuori una, cento, migliaia di pagnotte: buone, profumate e calde. Ma mai nessuna uguale alle altre.

Re Tuono e la principessa senza lingua. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un Re che aveva un vocione così grosso e forte, che poteva essere udito benissimo fino a dieci miglia lontano. Quando parlava, pareva tuonasse; e per ciò gli avevano appiccicato il nomignolo di re Tuono.
I Ministri e le persone di corte, dovendo praticare con lui tutti i giorni, diventavano sordi in poco tempo; ed era una disperazione. La povera gente che andava a chiedere giustizia ci rimetteva un polmone per farsi sentire, e spesso spesso non ci riusciva. Gli affari correvano a rotta di collo; la gente non ne poteva più.
Ma, come dire al Re:
— Maestà, siete voi che fate sordi i Ministri.

Il principe Demofonte ad un passo dall’immortalità. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Così decise, li per li, che il mondo non avrebbe mai perduto il principe Demofonte. Anche se questo andava contro le leggi del cielo, lei l’avrebbe reso immortale!
Demetra, le cui mani potevano far crescere tutte le piante dal seme al fiore, conosceva tutti i misteri della vita e della morte. Ma per dare immortalità a un mortale ci voleva tempo. Ogni notte la dea accendeva un fuoco con la legna raccolta, poi sollevava Demofonte dalla culla e lo posava, piano piano, sul fuoco magico. Il piccolo non si muoveva nemmeno. Dopo pochi minuti lo rimetteva nel suo lettino, spolverandogli la fuliggine dagli abiti con le dita leggere come ali di farfalla.

Ares, il dio della guerra. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Doveva esserci qualcosa di andato a male in quella pozione magica. Era ne era convinta. Prima di restare incinta di Efesto, il dio del fuoco, chiese un afrodisiaco alla maga più conosciuta e rinomata, e cara, dell’Olimpo, e il risultato fu un figlio deforme, brutto e vendicativo. La regina dell’Olimpo però era decisa ad avere un figlio dal Capo, suo marito Zeus. Occorreva un erede al suo stato ufficiale di regina. Ma questa volta niente filtri magici, nessun intruglio strano e pericoloso. Si rivolse con temerarietà e tenacia al marito, per giorni e giorni, perseguitandolo in ogni dove e per ogni dove, finché Zeus, esausto, cedette e concesse alla propria moglie una notte d’amore.

La scomparsa di Atlantide. Una leggenda Bretone

Messa in voce di Gaetano Marino

Moltissimo tempo fa, in un piccolo paese della Bretagna, la giovane Arnaude conduceva un’esistenza felice in compagnia dei suoi genitori.
In una notte di tempesta, una nave che passava di lì fu travolta dalle onde del mare e andò a conficcarsi sulle rocce della costa proprio nel punto in cui sorgeva l’abitazione della fanciulla. I suoi genitori videro con preoccupazione arrivare nella loro casa uomini di cui non conoscevano neanche la lingua, ma si tranquillizzarono non appena arrivò il capo dei naufraghi, il sultano d’Atlantide, che chiese loro ospitalità.

Bambollina. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un pescatore che vivacchiava alla meglio con il raccolto della sua pesca. Partiva in barca la sera, stava a pescare tutta la nottata, e la mattina dopo all’alba era di ritorno. Quando aveva fatto una buona retata, scorgendo da lontano la moglie che lo attendeva, ansiosa, alla spiaggia, le faceva segno di rallegrarsi, agitando per aria il berretto.

Storia di una guerra. Nascita e sorte della città di Troia. Ottavo e ultimo capitolo

Drammaturgia e messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi – TAC

Ed ecco la guerra delle guerre, dove mito e storia si confondono. Nascita e sorte di Ilio, più nota con il nome di città di Troia. Intrighi e menzogne in una lotta sanguinaria che durò per ben dieci terribili anni. Ogni destino degli umani fu determinato dal volere incontrastato degli dei: imprevedibili, invidiosi, infidi e dispettosi. Tant’è che la guerra si concluse con l’astuzia di Odisseo, un inganno che negò ai Troiani persino di combattere, né dunque l’onore delle armi.
OTTAVO E ULTIMO CAPITOLO
Un’idea di balocchi
Il cavallo di legno
L’inganno di Sinone
Il grido inascoltato di Cassandra
L’ora ultima della città di Troia
Il presagio di quel sogno di Ecuba
Il sogno e la fuga di Enea

Storia di una guerra. Nascita e sorte della città di Troia. Capitolo settimo

Drammaturgia e messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi – TAC

Ed ecco la guerra delle guerre, dove mito e storia si confondono. Nascita e sorte di Ilio, più nota con il nome di città di Troia. Intrighi e menzogne in una lotta sanguinaria che durò per ben dieci terribili anni. Ogni destino degli umani fu determinato dal volere incontrastato degli dei: imprevedibili, invidiosi, infidi e dispettosi. Tant’è che la guerra si concluse con l’astuzia di Odisseo, un inganno che negò ai Troiani persino di combattere, né dunque l’onore delle armi.
CAPITOLO SETTIMO
Il vecchio Priamo chiede il corpo di Ettore
La morte di Achille
Il triste destino del grande Aiace
Il ritorno di Filottete
La morte di Paride

Storia di una guerra. Nascita e sorte della città di Troia. Capitolo sesto

Drammaturgia e messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi – TAC

Ed ecco la guerra delle guerre, dove mito e storia si confondono. Nascita e sorte di Ilio, più nota con il nome di città di Troia. Intrighi e menzogne in una lotta sanguinaria che durò per ben dieci terribili anni. Ogni destino degli umani fu determinato dal volere incontrastato degli dei: imprevedibili, invidiosi, infidi e dispettosi. Tant’è che la guerra si concluse con l’astuzia di Odisseo, un inganno che negò ai Troiani persino di combattere, né dunque l’onore delle armi.
CAPITOLO SESTO
La morte di Patroclo
Il presagio di Teti
Il destino di Achille
Le armi del dio Efesto
La pace tra Agamennone e Achille
Achille ritorna a combattere
Il duello tra Achille ed Ettore

Storia di una guerra. Nascita e sorte della città di Troia. Capitolo quinto

Drammaturgia e messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi – TAC

Ed ecco la guerra delle guerre, dove mito e storia si confondono. Nascita e sorte di Ilio, più nota con il nome di città di Troia. Intrighi e menzogne in una lotta sanguinaria che durò per ben dieci terribili anni. Ogni destino degli umani fu determinato dal volere incontrastato degli dei: imprevedibili, invidiosi, infidi e dispettosi. Tant’è che la guerra si concluse con l’astuzia di Odisseo, un inganno che negò ai Troiani persino di combattere, né dunque l’onore delle armi.
CAPITOLO QUINTO
La ferita dell’eroe arciere Filottete
La prepotenza del re Agamennone
La punizione di Apollo e la morte nera
La furia di Achille
L’intervento di Atena
Il duello tra Paride e Menelao
L’intervento di Afrodite

Storia di una guerra. Nascita e sorte della città di Troia. Capitolo quarto

Drammaturgia e messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi – TAC

Ed ecco la guerra delle guerre, dove mito e storia si confondono. Nascita e sorte di Ilio, più nota con il nome di città di Troia. Intrighi e menzogne in una lotta sanguinaria che durò per ben dieci terribili anni. Ogni destino degli umani fu determinato dal volere incontrastato degli dei: imprevedibili, invidiosi, infidi e dispettosi. Tant’è che la guerra si concluse con l’astuzia di Odisseo, un inganno che negò ai Troiani persino di combattere, né dunque l’onore delle armi.
CAPITOLO QUARTO
Paride presenta Elena alla città di Troia
Il dolore di Cassandra
Il sogno e la furia di Menelao
Tentativo di riconciliazione
La finta pazzia di Odisseo
Dov’è Achille?
La punizione di Artemide
Il sacrificio di Ifigenia

Storia di una guerra. Nascita e sorte della città di Troia. Capitolo terzo

Drammaturgia e messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi – TAC

Ed ecco la guerra delle guerre, dove mito e storia si confondono. Nascita e sorte di Ilio, più nota con il nome di città di Troia. Intrighi e menzogne in una lotta sanguinaria che durò per ben dieci terribili anni. Ogni destino degli umani fu determinato dal volere incontrastato degli dei: imprevedibili, invidiosi, infidi e dispettosi. Tant’è che la guerra si concluse con l’astuzia di Odisseo, un inganno che negò ai Troiani persino di combattere, né dunque l’onore delle armi.
CAPITOLO TERZO
Atreo e Tieste, fratelli in odio
Il macabro perdono di Atreo
La rivelazione del padre di Egisto
Agamennone e Menelao, fratelli in fuga
Soccorso dal re Tindaro
La superba Clitennestra e la bella Elena
Gli eroi pretendenti di Elena
La scelta di Elena e il giuramento
La solitudine di Elena e l’incontro con Paride
Il rapimento di Elena

Storia di una guerra. Nascita e sorte della città di Troia. Capitolo secondo

Drammaturgia e messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi – TAC

Ed ecco la guerra delle guerre, dove mito e storia si confondono. Nascita e sorte di Ilio, più nota con il nome di città di Troia. Intrighi e menzogne in una lotta sanguinaria che durò per ben dieci terribili anni. Ogni destino degli umani fu determinato dal volere incontrastato degli dei: imprevedibili, invidiosi, infidi e dispettosi. Tant’è che la guerra si concluse con l’astuzia di Odisseo, un inganno che negò ai Troiani persino di combattere, né dunque l’onore delle armi.
CAPITOLO SECONDO
Il matrimonio tra il re Peleo e la dea del mare Teti
Eris, dea della disocrdia
Alla più bella
Il giudizio di Paride
Tentativi di corruzione: Afrodite, Era e Atena
Paride ritorna in patria
Le tentazioni di Paride

Storia di una guerra. Nascita e sorte della città di Troia. Capitolo primo

Drammaturgia e messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi – TAC

Ed ecco la guerra delle guerre, dove mito e storia si confondono. Nascita e sorte di Ilio, più nota con il nome di città di Troia. Intrighi e menzogne in una lotta sanguinaria che durò per ben dieci terribili anni. Ogni destino degli umani fu determinato dal volere incontrastato degli dei: imprevedibili, invidiosi, infidi e dispettosi. Tant’è che la guerra si concluse con l’astuzia di Odisseo, un inganno che negò ai Troiani persino di combattere, né dunque l’onore delle armi.
CAPITOLO PRIMO
Nascita della città di Ilio
Storia del re spergiuro Laomedonte
La vendetta di Poseidone
Il sacrificio di Esione
L’impresa di Eracle contro il mostro Idra
La vendetta di Eracle
Re Priamo e la regina Ecuba
Principe Paride e il presagio di fuoco
Il pastore Agelao e il prodigio dell’orsa
La ninfa Enone

Edipo Re. Storia di una stirpe maledetta dagli dei. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Cittadini di Tebe, guardate. Questo è Edipo, colui che fu nostro onorabile re. Egli sciolse l’enigma crudele della temibile Fenice, liberando la città dalla carestia e dal terrore. Tutti sappiamo quale fu il suo valore tra gli uomini, e anche per questo molti lo invidiarono. Ora guardate, o Tebani, a quale disperata vita lo ha condotto il destino, funesto, crudele e beffardo. Che nessuno giudichi mai felice un uomo, chiunque esso sia, prima che egli non abbia compiuto fino all’ultimo respiro il suo camino di vita e sofferto nel dolore.

Gli amici falsi e quelli veri. Un racconto africano.

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un uomo ricco, che aveva come amici altri uomini ricchi. Grazie alla sua grande fortuna negli affari, era così ricco che ogni settimana era solito dare una grande festa nella sua lussuosa abitazione. A queste feste invitava sempre tutte le persone più importanti della città, che partecipavano a quei festini che duravano tutta la notte.
Nessuno sapeva il motivo per cui non invitava mai alle sue feste i suoi fratelli, che erano molto poveri.

L’audace soldatino di stagno. Una fiaba di Hans Christian Andersen

Messa in voce di Gaetano Marino

Erano nati da un vecchio mestolo di stagno. Erano venticinque fratelli, valorosi e temerari soldatini di stagno. Ciascuno aveva in spalla il fucile e lo sguardo fiero in avanti, ordinati e perfetti nell’inconfondibile uniforme rossa e blu. “Soldatini di Stagno, son soldatini di stagno” fu il grido che sentirono risuonare nella scatola in cui stavano conservati in bella mostra, ed era l’urlo di un bambino che dalla felicità tremava tutto e applaudiva. Era il giorno del suo compleanno e li aveva ricevuti in dono. Subito li tirò fuori e li mise in fila sul tavolo.

Trottolina. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un vecchio artigiano che faceva trottole d’ogni forma e d’ogni grandezza.
Quand’era la stagione delle trottole, i ragazzi si affollavano nella sua bottega:
— Artigiano, artigiano, mi fate una trottola?
— Piccola o grande? Piatta o col cocuzzolo?
Secondo che la volessero piccola o grande, piatta o col cocuzzolo, egli adattava subito un pezzetto di legno al suo tornio, e con un piede sul pedale e in mano lo scalpello, si metteva a lavorare lesto lesto, brontolando:
— Trottolina, piatta piatta, Gira gira e fa la matta!
Oppure:
— Trottolone fatto a pera, Gira gira fino a sera!

Atena ed Erittonio, il figlio metà uomo e metà serpente. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Erittonio nacque da un desiderio amoroso del dio del fuoco e fabbro, Efesto.
La sua fu una vera e forte passione per la dea Atena, la dea della saggezza e dell’arte della guerra. Andò così. Quel giorno, Efesto, mentre lavorava al grande fuoco della sua fucina, che si trovava, come sappiamo, nel ventre del vulcano Etna, in Sicilia, ad un certo punto non sentì più il solito frastuono che i suoi assistenti, i ciclopi, provocavano battendo forte il metallo incandescente sull’incudine con il loro poderoso martello. Il dio, a quello strano e improvviso silenzio, fermò subito le macchine. Arrestò le catene che manovravano il grosso mantice che dava vigore al fuoco, e gridò: “Si può sapere che sta succedendo? Ciclopi! Perché vi siete fermati?”

La figlia dell’orco. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un Re che aveva due figli, uno buono e l’altro cattivo. Quello buono era il Reuccio, che alla morte del padre doveva essere Re.
La cosa non garbava al fratello cattivo, che pensò di disfarsi del fratello buono per diventare lui Re. Un giorno gli disse:
— Fratello caro, andiamo a caccia?
E andarono. Arrivati in mezzo a un bosco fitto fitto, lontani dalle persone del séguito, il fratello cattivo cavò fuori la spada e assalì il fratello buono. Il fratello cattivo credendo di aver ucciso il fratello buono, coprì il suo corpo insanguinato con erbacce e rami, e tornò indietro.

Eracle, eroe dalla forza eccezionale. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Su un monte lì vicino, il monte Citerone, c’era un leone che viveva in una grotta. Quando aveva fame usciva e faceva strage delle mandrie di Anfitrione – quelle alla cui guardia c’era Eracle – e di quelle di Tespio, re di Tespie, che pascolavano quasi sulle stesse terre. Eracle aveva diciott’anni, sentiva la potenza sprizzargli da tutti i pori e la rabbia salirgli agli occhi ogni volta che trovava la carcassa di uno dei suoi animali mezza divorata. Andò da Tespio e gli disse che aveva deciso di uccidere il leone e che sarebbe partito dalle sue terre per andare a caccia.

Il cieco e il ladro. Un racconto dall’Africa

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un cieco molto ricco, che possedeva molte monete d’oro. La notte non riusciva a dormire perché aveva paura di un ladro che viveva nei paraggi. Costui era solito rubare le pecore belle grasse e le capre che appartenevano agli abitanti del villaggio, e tutto questo faceva sì che il cieco avesse sempre più paura per il suo oro.
Un giorno questo cieco portò con sé nella foresta tutto il suo tesoro, scavò una fossa e ce lo seppellì. Sfortunatamente il ladro era nelle vicinanze e così vide tutto quello che il cieco stava facendo. Appena il ricco si fu allontanato, il ladro prese l’oro e se lo portò a casa.

Atena, la dea guerriera dai grandi occhi. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Dea guerriera ella apparve subito; e dea guerriera fu. Armata della lancia invincibile e dell’egida (una specie di corazza in pelle di capra), Atena ebbe una parte assai importante nella gigantomacchia, la famosa lotta tra Zeus e i Giganti, creature titaniche metà uomo e metà bestia: fino ai fianchi avevano una forma umana, mentre al posto delle gambe possedevano code di serpenti squamose. Uccise i titani Pallante ed Encelado. Pallante, dopo la sua morte, fu scuoiato per primo dalla dea Atena, e con la sua pelle Atena si fabbricò una corazza invincibile. Encelado, invece, l’altro gigante, fu inseguito da Atena fino in Sicilia, finché la dea lo immobilizzò lanciandogli addosso proprio l’isola intera di Sicilia.

Dioniso, dio dell’ebrezza e della follia. Nascita e sorte. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

L’impetuoso avvento del dio Dioniso fu rappresentato da un’immagine enigmatica, in cui appare uno sguardo stupito e beffardo, e con la bocca spalancata. Ogni tratto mostra inquietudine e ambiguità avvolti in uno sfrenato delirio mistico. Quest’immagine decretò per la prima volta l’apparizione della maschera, il cui compito era quello di nascondere la verità e l’assurdo della finzione.

La talpa e l’improvvisa luce. Una favola di Leonardo da Vinci

Messa in voce di Gaetano Marino

Una talpa, sottoterra, passeggiava per le lunghe gallerie che la sua famiglia aveva scavato e ripulito in tanti anni di lavoro. Andava avanti e indietro, saliva ai piani superiori, scendeva nelle cantine come se avesse avuto una vista buonissima; invece, come tutte le talpe, aveva gli occhi molto piccoli e poca vista.

Ade, il dio degli inferi prende moglie. Nascita delle stagioni. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Ade era un dio ricco, potente e molto temuto. Egli era il signore dell’Oltretomba. Il suo regno dunque, era popolato dalle ombre dei morti. E chi non temeva la morte? Proprio per questo ogni fanciulla o dea inorridiva all’idea di diventare sovrana di un regno dove stava sempre il buio nero nero, riempito da grida e dolore, qua e là qualche fiammata, e soprattutto, una volta entrati, non si poteva più tornare indietro.
Questa solitudine con il tempo divenne per Ade un grande tormento, che lo rese triste e avvolto di una solitudine immensa: quasi nulla più aveva importanza per lui. Il suo divenne solo un semplice dovere per la parola data al fratello Zeus, ma nulla più.
Di giorno in giorno Ade sentì che il suo regno dei morti aveva bisogno di trovare uno scopo che andasse ben oltre il solo regnare. Egli sentiva il bisogno di avere qualcuno con cui condividere i suoi morti e i suoi immensi tesori di sotterra.

Poseidone, la sposa Anfitrite e il delfino gentile. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Poseidone, il dio che regnava sul mare, fu uno degli Olimpici: figlio di Crono e di Rea. Fratello maggiore e alleato di Zeus. Egli aveva il potere assoluto degli abissi. Le Nereidi, giovani ninfe degli oceani, gli tenevano compagnia a corte, cavalcava i cavalli marini e il suo esercito era formato da milioni di tritoni. Tutti gli dovevano obbedienza.
Poseidone era sempre corrucciato e severo, gli si doveva ammirazione assoluta per il suo aspetto imponente. Mai bisognava contraddirlo. Stava sempre armato del suo tridente, che mostrava come una minaccia mortale. Era quello il suo vessillo di potere, arma invincibile. Gli bastava agitare con la punta di esso le acque del mare e subito si scatenavano maremoti e terremoti.

Pandora e il vaso misterioso. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Zeus decise di inviare sulla terra una creatura modellata apposta, una donna, che si chiamava Pandora, che in greco significa “tutti i doni”. Fu creata da Efesto e Atena, aiutati da tutti gli dei, per ordine di Zeus. Ognuno donò a Pandora una qualità: la bellezza, la grazia, l’abilità manuale e la persuasione

Atena vs Poseidone: una contesa. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Ma neppure Zeus riuscì a metterli d’accordo. Così Atena propose di lasciar decidere ai cittadini, chi avrebbe preso la custodia della città. Atena e Poseidone riunirono il popolo sull’Acropoli e dissero che ciascuno dei due avrebbe concesso un dono: il regalo giudicato migliore avrebbe fatto vincere la protezione della città.

Il falcone e l’anatra. Una favola di Leonardo da Vinci

Messa in voce di Gaetano Marino

Ogni volta che andava a caccia d’anatre, il nobile falcone si arrabbiava. Quelle anatre riuscivano quasi sempre a beffarlo, tuffandosi sott’acqua proprio all’ultimo momento, e restando sommerse più di quanto lui potesse rimanere sospeso in aria ad aspettarle.
Anche quella mattina il falcone decise di ritentare.

Atteone, i cani fedeli e il furto ad Artemide. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Artemide, dea protettrice della caccia e sorella gemella di Apollo, non aveva un carattere dolce, si sa.
La figlia di Zeus, protettrice dei cacciatori e regina assoluta dei boschi, era sempre stata una dea scontrosa e riottosa, che per giunta aveva fatto voto di castità.
L’unica volta che nella sua vita si innamorò di un giovane e forte cacciatore, bello e leale, non andò davvero bene. La storia è nota. Si chiamava Orione, il gigante, e tutti sanno che quella vicenda amorosa finì in modo tragico; per opera di un inganno del dio Apollo.

Il vecchio nonno e il nipotino. Una fiaba dei fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un povero vecchierello stanco, ammalato, e tremava tutto. Non riusciva nemmeno a stare in piedi. Era cieco, sordo e senza neppure un dente per masticare. Quando si sedeva a tavola insieme ai suoi cari era un disastro, poveraccio. Il pover uomo riversava tutto sulla tavola, la minestra colava dalla bocca e gli inzuppava la lunga barba.

La giraffa vanitosa. Una favola dall’Africa

Messa in Voce di Gaetano Marino

Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e per questo non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedesse. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza al mondo, dicendo: – Guardatemi, ammiratemi, io sono la più bella

Quel giorno in cui al povero Ahmed sfuggì una scorreggia. Un racconto africano

Messa in voce di Gaetano Marino

Ahmed era un giovane commerciante che viveva in un piccolo villaggio dell’Africa. Un giorno dovette parlare al Consiglio degli Anziani per discutere di una questione assai importante. La bottega dove sbrigava i suoi affari aveva bisogno d’essere riparata per la troppa usura e soprattutto andava ingrandita, dato che gli affari, grazie al cielo, erano aumentati. Ahmed chiese dunque, che il Consiglio venisse convocato.

La principessa sul piccolo pisello. Una fiaba di Christian Andersen

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta in un paese lontano lontano, un principe ricchissimo. Egli era unico figlio, amato e stimato dai sudditi del regno. I suoi modi e la sua educazione erano sempre stati degni di un grande principe, seppure non rinunciasse mai a feste e ricevimenti. Era un principe davvero a modo e sempre cordiale e gentile, con tutti, tant’è che in tanti, nobili e aristocratici, desideravano invitarlo alle feste e alle battute di caccia.
Dopo aver trascorso la giovinezza in piena allegria e spensieratezza modesta, per il principe giunse il tempo di fare il grande passo: prendere moglie.

Il raccontafiabe. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un pover’uomo, che aveva fatto tutti i mestieri, ma non ce n’era uno che gli fosse riuscito bene. Un giorno gli venne l’idea di andare in giro per il mondo, a raccontare fiabe ai bambini. Gli pareva un mestiere facile e con il quale ci si poteva pure divertire. Perciò si mise in viaggio, e quando giunse nella prima città, cominciò a gridare per le vie:

  • Fiabe, bambini, fiabe! Fiabe per chi vuol sentire storie. Chi vuol sentir le fiabe?
    I bambini accorsero da tutte le parti, e gli fecero ressa attorno. Lui cominciò:
  • C’era una volta un Re e una Regina, che non avevano figliuoli, e facevano di tutto per averne almeno uno…
  • Ma Questa la sappiamo già, – dissero i bambini – è la fiaba della Bella addormentata nel bosco. Un’altra! Un’altra!

I tordi e la civetta. Una favola di Leonardo da Vinci

Messa in voce di Gaetano Marino

  • Siamo liberi! Siamo liberi! – gridarono un giorno i tordi, vedendo che l’uomo aveva catturato la civetta.
  • Ora la civetta non ci fa più paura. Ora dormiremo tranquilli. –
    La civetta, infatti, era caduta in un’imboscata, e l’uomo l’aveva rinchiusa in gabbia.
  • Andiamo a vedere la civetta in prigione – dicevano i tordi volando e cantando intorno alla gabbia della loro avversaria.

Apollo e Dafne. Mitologia

Messa in voce di Gaeano Marino

Apollo, dicono sia un dio senza cuore? Dipende. Apollo si innamorò, eccome. Certo, non tanto spesso come suo padre Zeus ma anche a lui toccò il classico colpo di fulmine, e che colpo che fu. Capitò che Eros, dio dell’amore, non ne potesse più di Apollo, così vanitoso e così antipatico!
“lo sono più bello di te”, diceva Apollo. “E più bravo a comporre poesie!”, insisteva. Eros lo sopportava e cercava di non rispondere alle sue provocazioni. E dai oggi dai domani, però, gli scappò la pazienza e quando Apollo ricominciò — E sono più bello di te, e suono meglio di te, e tiro con l’arco meglio di te… – decise di reagire. Alla sua maniera, però.

Raperonzolo. Una fiaba dei fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un uomo e una donna che da molto tempo desideravano avere un bimbo. Qualche anno ancora e finalmente la donna scoprì di essere in attesa di un figlio.
Sul retro della loro casa c’era una finestra dalla quale si poteva ammirare il giardino di una maga. Esso appariva pieno di fiori e piante di ogni specie. Nessuno, tuttavia, osava entrare, perché tutti sapevano quanto la maga fosse assai cattiva e feroce.

Prometeo. Il benefattore dell’umanità

Messa in voce di Gaetano Marino

Prometeo, il cui nome significa colui che prevede, fu il più intelligente tra tutti i Titani; ovviamente dopo Zeus. Prometeo era cugino di Zeus, in quanto figlio del Titano Giapeto, fratello di Crono. Sua madre appare di incerta provenienza e nome. A volte la si identifica con Asia, o con Climène, entrambe figlie di Oceano.

Tu ridi. Una novella di Luigi Pirandello

Messa in voce di Gaetano Antonino Marino. Musiche di Simon Balestrazzi TAC.
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Topolino. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un Re, che non viveva più tranquillo, dal giorno in cui una vecchia indovina gli aveva detto:

  • Maestà, ascoltate bene:
    Topolino non vuol ricotta;
    vuol sposare la Reginotta;
    E se il Re non gliela dà,
    Topolino lo ammazzerà.
    Il Re consultò subito i suoi ministri; ed uno di loro disse:
  • Maestà, è mai possibile che un topolino voglia sposare la Reginotta? Io credo che quella donna si sia beffata di voi.
    Ma gli altri non furono dello stesso parere.
  • Per evitare la disgrazia, bisogna distruggere tutti i topi del regno, mentre la Reginotta si trova ancora in fasce.
    Perciò il Re ordinò un decreto:
  • Pena la vita a chi non terrà uno o più gatti, secondo che avesse casa o palazzo. Chi ammazzerà cento topi diventerà barone.

Il pigro Tristano e la pigra moglie Isottina. Una fiaba del fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

Tristano era un gran pigrone, e benché non avesse altro da fare che portare tutti i giorni la capretta al pascolo, finita la sua giornata, tornava a casa sospirando:

  • Uffa! è proprio una grande fatica portare questa capretta al pascolo, e per giunta tutti i giorni! Se almeno ci si potesse sdraiare e dormire! Ma no, bisogna tenere gli occhi aperti, perché potrebbe fare danno alle piante, o entrare in qualche proprietà d’altri, o magari scappare, o magari diventar cibo per qualche lupo. Come si fa così a stare in pace e godersi la vita?.”
    Tristano si mise a sedere, e cominciò a pensare come fare per togliersi quel peso dalle spalle e dalla fatica. Per un bel po’, continuò a meditare inutilmente, ma ad un tratto ebbe un’idea:
  • Ah,ah, ho trovato! Sposo la grassa Isotta; ha una capra anche lei, e insieme con la sua può pascolare anche la mia, e io non ho più bisogno di strapazzarmi e affaticarmi.

Il gigante Anteo contro Eracle. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Anteo era un gigante assai crudele, Tanto che appena uno straniero viaggiatore aveva la sventura di transitare nelle sue terre, questi veniva costretto con la forza a lottare e combattere contro il gigante. Dopo una lotta dura e senza riposo, né tregua, appena Anteo si rendeva conto che lo sfortunato straniero non ce l’avrebbe fatta più, e perciò se ne restava costretto a terra esausto e sanguinante, egli lo afferrava con le sue possenti braccia, piantava le gambe al suolo, lo inarcava sul proprio petto vigoroso, e con un violento colpo di reni e grido di belva umana, stritolava lo sventurato fracassandogli il torace, insieme a tutti gli organi vitali.

Rie, antico dio solare. Mitologia dall’Egitto

Messa in voce di Gaetano Marino

Il dio Rie viaggiava su due barche solari: la prima chiamata Mandjet (Barca dei Milioni di Anni), o barca del mattino; la seconda chiamata Mesektet, o barca della notte. Queste imbarcazioni trasportavano il dio Rie nel suo viaggio attraverso il cielo e il Duat, l’oltretomba. Ma il dio Rie oramai si faceva vecchio assai, nuovi dei erano apparsi, più giovani e più vigorosi di lui; per questo riusciva difficile all’antico dio solare reggere l’insieme dell’universo con la forte e sicura mano di un tempo.

Tì tirì ti tì. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un contadino che aveva un campicello tutto pietroso, e largo quanto il palmo di una mano. Vi stava un pagliaio ed egli viveva lì tutto l’anno: zappando, seminando, sarchiando, e raccogliendo i frutti del suo lavoro.
Nelle ore di riposo levava di tasca un zufolo e, tì, tìriti, tì, si divertiva a fare una sonatina, sempre la stessa; poi riprendeva il lavoro.
Intanto quel campicello sassoso gli fruttava più di un podere. Se i vicini raccoglievano, diciamo, per venti, lui raccoglieva per cento. I vicini si rodevano il fegato dall’invidia.

La scimmia e l’uccellino. Una favola di Leonardo da Vinci

Messa in voce di Gaetano Marino

Un giorno una giovane scimmia, saltando di ramo in ramo, vide un nido pieno di piccoli uccelli. Tutta contenta si avvicinò ed allungò una mano per prenderli; ma quelli, sapendo già volare, fuggirono via lasciando nel nido soltanto il più piccolo.
Allegra come una pasqua la scimmietta tornò a casa con l’uccellino; e tanto gli piaceva che cominciò ad accarezzarlo, a baciarlo, a stringer-selo al petto. Sua madre la guardava senza dir nulla.

  • Com’è carino! – gridava la scimmietta. – Gli voglio tanto bene! –
    E seguitò a baciarlo ed a stringerselo a sé, finché gli tolse la vita. Questa favola, è detta per quelli che non sanno castigare i propri figli.

Storia di un piccolo grande cavallo di legno. La guerra di Troia. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

In una delle tante di queste giornate d’attesa, d’improvviso, un generale greco, il re di Itaca Ulisse, conosciuto uomo astuto e sapiente, ebbe un’idea straordinaria.
Accadde mentre attraversava, avvinto dai pensieri, il campo greco. Era il primo mattino, e come sempre si stava in attesa dell’inutile battaglia del giorno.

Il brutto anatroccolo. Una fiaba di Hans Christian Andersen

Messa in voce di Gaetano Marino

Era l’estate di tanto tanto tempo fa. La campagna pareva tutta dorata, e ogni cosa era bella e piena di luce donata dal sole.
D’intorno alla campagna c’era un bosco immenso, nel quale c’erano fiumi e un lago profondo. Proprio lì viveva, tra i tanti animali, una mamma anatra. Già da qualche tempo covava le sue uova dove ci stavano i suoi anatroccoli; e una mattina, finalmente, una dopo l’altra, le uova cominciarono ad aprirsi.

  • Qua, qua! Benvenuti figliuoli. Qua qua…
    Disse l’anatra. Subito tutti i piccoli schiamazzarono cip cip cip a più non posso guardando da ogni parte.
  • Com’è enorme il mondo!
    Dissero i piccoli.

Airela che aveva dato il nome al lago dove Jan viveva

Un racconto di Pier Paola Nonnis. Messa in voce di Gaetano Marino

Si raccontava dal tempo senza inizio la leggenda della principessa Airela e del lago che aveva preso il suo nome; e poi in tempi più recenti si parlava di un medico di nome Jan che viveva in una capanna nei pressi del lago.
Un giorno Jan si era specchiato nelle acque del lago e da allora le sue visite erano divenute frequenti, tanto frequenti da fargli dimenticare la sua casa in città e il lavoro che gli dava lustro e ricchezza.
Si costruì una capanna e divenne il medico dei pescatori del lago. […]

Acquerello di Giovanni Nonnis
Acquerello di Giovanni Nonnis
  • Pier Paola Nonnis medico chirurgo, si specializza, a Cagliari, con una tesi sulle fiabe della tradizione orale sarda. Si trasferisce a Roma dove esercita la professione medica e prosegue gli studi di fiabistica portando avanti un progetto per creare uno spazio dove raccogliere e raccontare ai bambini le fiabe della tradizione orale europea. Nel 2013 realizza La settimana della fiaba, sostenuta dall’Unicef e ospitata nelle scuole di Nuoro, a cui viene associata La mostra delle fiabe illustrata dalle opere di G.Nonnis. Pubblica il saggio:”Dai guerrieri nuragici agli eroi delle fiabe. Viaggio nella pittura di G. Nonnis”. Insegna fiabistica
  • Quinta classificata al premio Nazionale al premio Nazionale
  • Colosseo 2000 con l’opera:Aspetti psicologici della fiaba sarda e suo utilizzo in psicoterapia
  • Menzione d’onore a premio Nazionale per medici scrittori Il Platano d’oro con il racconto :Aurelia che aveva dato il nome al lago dove Jan viveva. 1998 Cagliari
  • Menzione d’onore al premio Nazionale Città di Ardea con il racconto Il Principe è lo Scemo del villaggio. Ardea 2005

Efesto, il dio del fuoco. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Efesto il dio del fuoco, il fabbro delle opere di ingegno. Colui che forgiava armi nella sua grande officina dentro il vulcano Etna. Era così forte che per assistenti aveva i Ciclopi, giganti forzuti con un solo occhio, e per schiavi progettò e costruì un’armata di automi d’acciaio, una specie di robot. Efesto, grande architetto degli dei, figlio di Zeus e di Era. Fu lui a costruire le armi per Achille, fu lui a forgiare l’arco e le frecce per Apollo e Artemide, fu lui a costruire l’elmo e i sandali alati di Ermes, e fece pure, tra le tante opere, l’arco e le frecce di Heros.

Mida, storia di un re avido e prepotente. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

E mentre tornava a palazzo fischiettando, staccò un ramoscello da un cespuglio, subito quello divenne oro. Raccolse una pietra da terra e quella divenne oro. Prese una manciata di terra e quella divenne d’oro. Attraversò un campo di grano, raccolse qualche spiga e subito quelle divennero d’oro. Strinse un frutto raccolto da un albero e quello divenne oro. Ogni cosa insomma diveniva d’oro. Il dono del dio Dioniso si stava avverando. Re Mida gridò dalla gioia. Persino ad una fonte, mentre si lavava le mani, riuscì a trasformare in oro il ruscello d’acqua.

Il cardellino e la libertà. Una favola di Leonardo da Vinci

Messa in voce di Gaetano Marino

Quando ritornò nel nido, con un piccolo verme in bocca, il cardellino non trovò più i suoi figlioli. Qualcuno, durante la sua assenza, li aveva rubati.
Il cardellino incominciò a cercarli dappertutto, piangendo e gridando; tutta la selva risuonava dei suoi disperati richiami, ma nessuno gli rispondeva.
Un giorno un fringuello gli disse:

  • Mi pare di aver visto i tuoi figlioli sulla casa del contadino.
    Il cardellino partì, pieno di speranza, e in breve tempo arrivò alla casa del contadino. Si posò sul tetto: non c’era nessuno. Scese sull’aia: era deserta.

Eracle, l’eroe. Tra inganno, colpe e schiavitù. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Dopo aver compiuto le sue leggendarie dodici fatiche, Eracle andò dal re Eurito per chiedergli la mano della figlia Iole come promesso. Ma Eurito gli negò la figlia ed Eracle, in un accesso di furore uccise Ifìto, che peraltro era l’unico dei figli di Eurito ad acconsentire alle nozze dell’eroe con la sorella.
Per espiare questo delitto esecrabile, in quanto compiuto in casa dall’ospite, Eracle si rivolse all’oracolo di Delfi per chiederne penitenza, ma la Pizia non volle nemmeno ascoltarlo e si rifiutò di dargli responso.
Anche qui Eracle mostrò il suo caratteraccio e si mise a devastare il santuario, tanto che intervenne Apollo e si accese una lotta feroce tra i due.

Il dio Ade e il regno dei morti. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

L’oltretomba era il regno dei morti e il dio Ade se ne stava là sotto al buio, tutto solo. Nascoste, nelle viscere della terra, c’era un’immensa ricchezza, ci stavano pietre preziose e i metalli pregiati per forgiare le armi. Il regno di Ade era dunque immenso, un labirinto senza fine circondato dal fiume nero che si chiamava Stige. Su quel fiume, che separava il regno dei vivi da quello dei morti, transitavano le anime dei morti. Viaggiavano a bordo di una barca condotta dal terribile capitano Caronte.

Testa di rospo. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un Re e una Regina, che avevano appena avuto una figlia. Bella e forte come il sole. Insuperbita di questa figliolina così bella, spesso diceva:

  • Neppur le Fate potrebbero farne un’altra come questa.
    Ma una mattina, va per levarla dalla culla e la trova con qualcosa in testa. Sera trasformata con una testa di rospo.
  • Oh Dio, che orrore!
    Benché fosse figlia unica e le volesse un gran bene, quella testa di rospo le faceva proprio schifo, e non volle più allattarla.
    Il Re, angustiato, disse a un servitore:
  • Prendila e portala giù; mettila nella cucciolata della cagna, e se morirà sarà meglio per lei!

Professor Terremoto. Una novella di Luigi Pirandello

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Apollo, dio irresistibile e vendicativo

Messa in voce di Gaetano Marino

Apollo era bello come un dio. Era nato un mese dopo la sorella Artemide e non era meno bello di lei, anzi, pareva fosse anche più bello. Bello come un apollo, come si dice di solito. E bravo e prepotente. Quando Zeus padre se lo vide davanti così bello e ben riuscito pensò di affidargli un bel po’ di poteri. E coì Apollo che era nato da poco aveva già sotto il suo dominio e la sua protezione la medicina la musica la capacità di fare profezie, la poesia, la forza di tirare frecce con abilità mortali. Ma era un dio terribilmente vendicativo e spietato.

Il treno ha fischiato. Una novella di Luigi Pirandello

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Serpentina. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un Re e una Regina. La Regina era incinta.
Un giorno passò una di quelle zingare che van dicendo la buona ventura, e il Re la fece chiamare:

  • Dimmi zingara, che partorirà la Regina?
  • Maestà, la Regina partorirà un serpente.
  • Un serpente?
    E tutti si disperarono.
  • E non potrete ammazzarlo appena venuto al mondo, ma dovrete allevarlo.
    Disse la zingara.
    La povera Regina pianse a non aver più lacrime. Chi avrebbe allattato una bestia così schifosa? La Regina sarebbe morta dal terrore! E poi, se le avesse morso il seno?
  • Maestà, non abbiate paura. Avrà un dente soltanto, un dente d’oro.
    Rassicurò la zingara.

Fortuna d’essere cavallo. Una novella di Luigi Pirandello

Messa in voce di Gaetano Antonino Marino. Musiche di Simon Balestrazzi TAC.
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Artemide, la dea vergine selvaggia. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Intanto, Leto, ignara, si preparava a partorire. Zeus non sapeva che fare ma, si sa, le divinità hanno molte risorse, e fu così che il re degli dèi trovò una soluzione! Quando le doglie si fecero più intense e Leto era ormai vicina al parto, Zeus chiamò a sé le forze della natura e fece emergere dal mare un’isola. Nuova nuova. Eppure, Era aveva detto che un’isola non sarebbe andata bene! Già, ma Zeus era il re degli dèi e le sue pensate erano molto raffinate!

Il cigno e l’ultimo canto. Una favola di Leonardo da Vinci

Messa in voce di Gaetano Marino

Il cigno piegò il flessuoso collo verso l’acqua e si specchiò a lungo. Allora capi la ragione della sua stanchezza, e di quel freddo che gli attanagliava il corpo facendolo tremare come d’inverno: con assoluta certezza egli seppe che la sua ora era suonata e che bisognava prepararsi a morire.
Le sue piume erano ancora bianche come il primo giorno della sua vita. Era passato attraverso le stagioni e gli anni senza macchiare la sua veste immacolata; ora poteva anche andarsene, concludere in bellezza la sua vicenda.
Alzando il bel collo, si diresse lento e solenne sotto ad un salice, dov’era solito riposarsi durante la calura. Era già sera. Il tramonto tingeva di porpora e di viola l’acqua del lago.
E nel grande silenzio che già scendeva tutto intorno, il cigno incominciò a cantare.
Mai aveva trovato, prima di allora, accenti così pieni d’amore per tutta la natura, per la bellezza del cielo, dell’acqua e della terra. Il suo canto dolcissimo si sparse nell’aria, velato appena di nostalgia, finché piano piano si spense, insieme all’ultima luce dell’orizzonte.

  • È il cigno – dissero commossi i pesci, gli uccelli, tutti gli animali del prato e del bosco – è il cigno che muore.

Sopra e sotto. Una novella di Luigi Pirandello

Messa in voce di Gaetano Antonino Marino. Musiche di Simon Balestrazzi TAC.
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Il ragno nella buca della chiave. Una favola di Leonardo da Vinci

Messa in voce di Gaetano Marino

Un ragno, dopo avere esplorato tutta la casa, di fuori e di dentro, pensò di rintanarsi nel buco della serratura.
Che rifugio ideale! Chi lo avrebbe mai scoperto, li dentro?
Lui, invece, affacciandosi sull’orlo della toppa, avrebbe potuto guardare dappertutto senza correre alcun rischio.
Lassù diceva fra sé, sbirciando la soglia di pietra tenderò una rete per le mosche; quaggiù aggiungeva scrutando lo scalino ne tenderò un’altra per i bruchi; qui, vicino al battente dell’uscio, farò una piccola trappola per le zanzare.
Il ragno gongolava. Il buco della serratura gli dava una sicurezza nuova, straordinaria; cosi stretto, buio, foderato di ferro, gli sembrava più inattaccabile di una fortezza, più sicuro di qualsiasi armatura.
Mentre si crogiolava in questi pensieri, gli giunse all’orecchio un rumore di passi: allora, prudente, si ritirò in fondo al suo rifugio. Qualcuno stava per entrare in casa; una chiave tintinnò, s’infilò nel buco della serratura e lo schiacciò.

La Madonnina. Una novella di Luigi Pirandello

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Ignare. Una novella di Luigi Pirandello

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Romolo. Una novella di Luigi Pirandello

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Lo Storno e l’Angelo Centuno. Una novella di Luigi Pirandello

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Pallottoline. Una novella di Luigi Pirandello

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Benedizione. Una novella di Luigi Pirandello

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Dono della Vergine Maria. Una novella di Luigi Pirandello

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Alla zappa. Una novella di Luigi Pirandello

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La prova. Una novella di Luigi Pirandello

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Padron Dio. Una novella di Luigi Pirandello

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Natale sul Reno. Una novella di Luigi Pirandello

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Un Goj. Una novella di Luigi Pirandello

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L’Avemaria di Bobbio. Una novella di Luigi Pirandello

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Canta l’epistola. Una novella di Luigi Pirandello

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La messa di quest’anno. Una novella di Luigi Pirandello

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Sogno di Natale. Una novella di Luigi Pirandello

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Il tabernacolo. Una novella di Luigi Pirandello

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I fortunati. Una novella di Luigi Pirandello

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La fede. Una novella di Luigi Pirandello

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Il vecchio Dio. Una novella di Luigi Pirandello

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L’uomo crudele e sua moglie. Una fiaba dall’Africa

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un uomo e sua moglie che vivevano in una casa con un bel giardino, distante alcune miglia dal villaggio. Una sera venne un giù un gran temporale, la pioggia si sentiva battere forte sul tetto della casa e il vento soffiava all’impazzata, tanto che pareva volesse portare via ogni cosa. Appena l’uomo e sua moglie accesero il camino e si sedettero per scaldarsi, si sentì battere piano alla porta.

L’ermellino e la volpe. Una favola di Leonardo da Vinci

Messa in voce di Gaetano Marino

Una volpe stava mangiando, quando passò un elegante ermellino. – Vuoi favorire? – disse la volpe ormai sazia. Grazie, – rispose l’ermellino – ho già mangiato. –

  • Ah, ah! – rise la volpe. – Voialtri ermellini siete gli animali più modesti del mondo. Mangiate solo una volta al giorno, e preferite digiunare piuttosto che sporcarvi il vestito. –
    In quel mentre arrivarono dei cacciatori. La volpe, svelta come un lampo, si rintanò sotto terra, e l’ermellino, non meno veloce della volpe, corse verso la sua tana.
    Ma il sole aveva sciolto la neve e la tana era diventata un pantano.
    Il candido ermellino, per non strisciare nel fango, si fermò titubante. E i cacciatori lo colpirono a morte.
    La moderazione frena tutti i vizi, tanto che l’ermellino preferisce morire, piuttosto che macchiare la sua purezza.

Tre piume in volo. Una fiaba dei fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un re che aveva tre figli: due erano intelligenti e furbi, mentre il terzo figlio stava sempre zitto, dimostrava un carattere mansueto e semplice, e per questo lo chiamavano Tontolone. Quando il re giunse alla tarda età sentì la fine oramai prossima, e ragionava su quale figlio contare per affidargli l’eredità del trono.

La Mamma Draga. Una fiaba di Luigi Capuana. *da 11 anni in su.

Messa in voce di Gaetano Marino

(da 11 anni in su)

La donna-lupa tornò a casa e infilò la porta. Il marito spaventato, cominciò a tirarle addosso qualsiasi cosa trovasse per le mani: sedie, stivali, pentole, tavoli, ferri da stiro e fornelli; poi, afferra un bastone grosso di ginepro, e giù colpi da orbo.
“Oh… Sono io, marito mio! Sono io, marito mio!”
Credeva di parlare la donna malvagia, e invece abbaiava, ululava, ringhiava. Proprio come fanno i lupi. Colui, che la vedeva in forma di lupa con tanto di bocca spalancata, aveva paura d’essere sbranato; e perciò dava botte che rompevano le ossa.

La principessa incantata. Una favola di Ludwig Bechstein.

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un povero calzolaio che aveva due figlioli: il maggiore si chiamava Almerigo ed era cattivo e prepotente; l’altro si chiamava Giovanni e aveva un carattere buono e mite. Il padre, chissà perché, aveva scambiato la prepotenza di Almerigo per coraggio, mentre la la bontà di Giovanni gli sembrava soltanto stupidità. Perciò stimava moltisso Almerigo, mentre si vergognava di Giovanni. […]

Il toro e l’inganno dei pastore. Una favola di Leonardo da Vinci

Messa in voce di Gaetano Marino

Un toro in libertà faceva strage fra le mandrie e gli armenti. I pastori non avevano più coraggio di portare al pascolo gli animali, per via di quel selvaggio bestione che arrivava all’improvviso, caricando a testa bassa, per infilzare con le corna tutto ciò che incontrava.
I pastori, però, sapevano che il toro odiava il colore rosso; e quindi, un giorno, decisero di tendergli un tranello.
Fasciarono di stoffa rossa il grosso tronco di un albero e poi si nascosero.
Il toro, soffiando dalle narici, non si fece attendere molto.
Vedendo quel tronco rosso, abbassò la testa partendo alla carica, e con un gran fracasso inchiodò le corna nell’albero, restandovi prigioniero. Così i pastori lo uccisero.

Il mito, i suoi misteri e i suoi epigoni – la grande fiaba dell’uomo

Scritto e messo in voce da Gaetano Marino

Che cos’ è il mito, quali sono i suoi misteri e i suoi epigoni? Possiamo dire che il mito è una piccola parola che racchiude in se il trascorrere di migliaia e migliaia d’anni raccolti in un susseguirsi di eventi straordinari fissati in un tempo senza tempo. Nella parola mito tutto appare già in una frase posta al principio di ogni storia, che è poi la storia del mondo, e che comincia con quel “c’era una vola”.

L’amore del Ciclope Polifemo per la ninfa Galatea, figlia del mare. Mitologia

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Per un attimo Polifemo restò muto, incantato da quella altera e furibonda bellezza. Mai nessun essere umano aveva osato parlargli a quel modo. Mai nessun mortale si era rivolto a lui con tali minacce, senza restare morto o bastonato. Anche gli dei, conoscendo la sua suscettibilità, lo trattavano con miglior garbo, rispetto al resto, consapevoli della sua forza e della sua audacia! Eppure quella fanciulla, apparentemente così fragile e delicata, osava minacciarlo e deriderlo, osava disprezzarlo ed insultarlo, senza timore alcuno. Polifemo ne restò ancora più ammaliato. Messosi in ginocchio, davanti a lei, su quell’incantevole spiaggia, avvicinò la faccia alla bianca figura, candore di latte e […]

Storia della Principessa Ifigenia e del suo sacrificio. Mitologia

Scritto e messo in voce da Gaetano Marino

[…]La divina Artemide non lascerà partire nemmeno una nave, se tu, generale dei generali, Agamennone, non le avrai prima offerto un sacrificio.” I comandanti presenti si guardarono l’un l’altro ponendosi domande tra gli sguardi silenziosi. “Quale sacrificio?” Domandò Agamannone. “ Dimmi, o Calcante. Io sono pronto a qualunque sacrificio.” “La potente dea Artemide, vuole Ifigenia!” “Ifigenia? Mia figlia?!” Domandò Agamennone con uno sguardo di stupore disperato. “Dice la dea: ‘Quando Agamennone avrà offerto a me la sua figlia Ifigenia, sacrificandola sul mio altare levandole la vita, allora io perdonerò il suo orgoglio. Solo allora la tempesta cesserà e le navi potranno partire’.”[…]

Artemide innamorata. Nascita della Costellazione di Orione. Mitologia

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

[…] Accadde una notte che li sorprese Apollo, un dio vanitoso, arrogante e geloso, ma soprattutto, dispettoso. Apollo vide la sorella Artemide che se ne andava per il mare aperto dirigendosi verso un’isola. Il dio la seguì e quando giunse sull’isola, si nascose in un anfratto di roccia, in attesa. Poi vide giungere dal mare un uomo, che nuotava proprio verso quell’isola. Quando giunse sulla spiaggia, Artemide gli corse incontro, si abbracciarono e subito una nuvola di lucciole li avvolse; poi scomparvero. […]

La fuga di Enea da Troia e l’ncontro con la regina Didone. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Quella notte stessa, in cui i greci uscirono dal cavallo di legno ingannatore, Enea, principe dei Dardani, figlio di Afrodite e di Anchise, cugino alleato di Priamo, vide in sogno Ettore, il figlio di Priamo caduto morto nell’ultimo duello con Achille. Ettore, in un’orribile visione, apparve con il corpo sanguinante e straziato dal carro di Achille, annunciando ad Enea l’inevitabile caduta di Troia.

Adone, il fanciullo nato dalla mirra e amato da Afrodite. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Ogni cosa ebbe inizio con la madre di Smirna, Cancreide, moglie di Cinira; una donna arrogante, alla quale non mancò la sfrontatezza di sostenere la bellezza di sua figlia da non temere confronti con qualsiasi altra donna sulla terra. “Smirna, mie care amiche, è persino più bella di Afrodite. E dato che i frutti non cadono mai lontani dal proprio albero, la stessa Smirna, si rifiutò di celebrare i sacrifici in onore della dea Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore. Fu un sacrilegio che fece adirare assai Afrodite, tanto da far pagare a Cancreide un caro prezzo.

Pollicino. Una fiaba dei fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un contadino povero che una sera se ne stava seduto vicino al camino ad attizzare il fuoco, mentre sua moglie filava. A un certo punto disse:
“Moglie mia, che cosa triste è non aver bambini! E’ così silenziosa la nostra casa, mentre dagli altri c’è tanto chiasso gioioso e allegria!”
“Hai ragione marito mio,” rispose la donna “Anche se fosse un solo bimbo, uno solo e pure se piccino piccino, dio solo sa quanto sarei contenta.”

Pgmalione, un amore d’arte. Mtologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Ma Pigmalione, come tanti straordinari geni dell’arte, aveva alcune strane pretese, insieme a parecchie bizzarre necessità. Evitava di frequentare le donne, o di aver con loro qualche storia d’innamoramento. Tutte le ragazze, egli pensava, non è che non gli piacessero, anzi, ma erano noiosissime, come la sua sorellina. Egli non le capiva proprio, le donne. Come pensassero, cosa pensassero, che cosa volessero.

Tantalo, l’ingannatore degli dei. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Tantalo, uno dei figli di Zeus, regnava a Sipilo, in Frigia, ed era assai ricco e famoso. Se mai gli dèi dell’Olimpo abbiano stimato e onorato un mortale, questi era lui. A causa della sua discendenza, egli si conquistò la loro amicizia e da ultimo gli fu permesso di banchettare alla tavola di Zeus, partecipando di tutto ciò che gli immortali discutevano fra loro. Ma la sua superba natura umana non seppe mantenersi all’altezza di quella fortuna ultraterrena, e in diversi modi egli prese a commettere empietà e sacrilegi contro gli dei.

Una fatica di Sisifo. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Sisifo fu persino un ricattatore senza pietà, né scrupoli; nemmeno di fronte a Zeus ebbe ritegno. Accade una mattina. Sisifo se ne stava, come sempre, in agguato al solito posto, sul colle. Quando d’improvviso gli passò dinanzi agli occhi un aquila che volava velocissima verso la costa del mare. Il rapace teneva tra i suoi artigli la preda. Ma Sisifo intuì subito che quella non era un’aquila solita, e ciò che teneva imprigionata tra artigli non era una preda da cibo, come di solito poteva essere un leprotto, o un vitello o una marmotta. No, quell’aquila era Zeus, che aveva preso le sembianze di un aquila – ed era questa una sua vecchia abitudine – e quella preda non era un animale; eh no, quella era una fanciulla, la ninfa Egina, la giovane figlia del dio fiume Asopo.

Glauco, il dio pescatore che divenne triste. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Poi venne un giorno in cui Glauco fece buona pesca. Rientrato a riva vuotò la rete sull’erba. Tra i pesci catturati ce ne erano due, belli grossi e ancora vivi. Si dibattevano e saltavano, perché sentivano che oramai la fine era vicina. Intanto strappavano a morsi l’erba su cui Glauco li aveva scaraventati. Improvvisamente, prima un pesce e poi l’altro, cominciarono a far grandi balzi per tornare verso il mare. Glauco rimase a guardarli, sapendo bene che non ce l’avrebbero fatta.

Afrodite, dea della bellezza e i suoi figli. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Afrodite, la dea della bellezza, che i romani chiamarono Venere, era, secondo alcuni antichi, la figlia di Zeus e della dea oceanina Dione. Secondo altri antichi, Afrodite era nata in primavera dalla spuma del mare fecondata dai genitali di Urano, che Crono aveva reciso e scagliato in mare dopo la ribellione contro il padre.
Afrodite, dal greco afros, la spuma, aveva anche l’appellativo di Urania, perché ancora figlia del Cielo.

La Bella Signora Fortuna e il povero mendicante avido. Una fiaba dall’Africa

Scritta e messa in voce da Gaetano Marino

In quel tempo c’era un uomo che viveva nella grande povertà. Per campare poteva solo sperare sull’elemosina che riceveva per compassione dalla gente del villaggio. Le sue giornate trascorrevano lunghe e dolorose nel chiedere un sostegno qualsiasi ai passanti mentre stava inginocchiato presso gli scalini e i marciapiedi di strade e piazze. Quando si è soli e poveri, ahimè, la mente s’affolla di tanti pensieri tristi, dove le speranze spesso svaniscono nella disperazione.
Ma poi venne quella mattina. […]

Cenerentola. Una fiaba dei fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un uomo ricco e gentile che aveva sposato una donna umile e buona. Entrambi vivevano felici e in armonia, ed ebbero pure una figlia giudiziosa e bella.
Ma venne un triste giorno in cui la moglie dell’uomo si ammalò gravemente. Per la povera donna provarono ogni sorta di cura, ma, ahimè il destino aveva già deciso, e quando la donna sentì ormai vicina la fine chiamò la sua unica figlioletta, e le disse:

  • Figliola mia, sii sempre buona e non aver timore, tuo padre ti proteggerà e io ti sarò vicina dal cielo.

La bella addormentata nel bosco. Una fiaba dei fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un re e una regina che ogni giorno dicevano: “Ah, se avessimo un bambino!” Ma il bambino non veniva mai. Un giorno, mentre la regina faceva il bagno, ecco che un gambero saltò fuori dall’acqua e le disse: “Il tuo desiderio sarà esaudito: darai alla luce una bambina.”

Vivere da soli non si può. Una fiaba dall’Africa

Scritta e messa in voce da Gaetano Marino

In quasi ogni villaggio vive un uomo illuminato. Di solito è un anziano, che negli anni ha saputo conquistare il rispetto e la fiducia della comunità. Ce n’era uno tra questi uomini saggi che s’era meritato una fama straordinaria, tanto che una moltitudine di gente si rivolgeva a lui. Parecchi venivano a consulto nella sua capanna. […]

Il mercante ricco e il povero accattone. Una fiaba dall’Africa.

Scritta e messa in voce da Gaetano Marino

C’era una volta un mercante assai ricco che possedeva migliaia e migliaia di capi di bestiame di ogni tipo e razza. Mucche, tori, cavalli, pollame, grossi maiali, pecore, cinghiali e capre. Le sue terre si perdevano all’orizzonte, dove coltivava grano, cereali, mais e frutta d’ogni tipo. Al suo servizio stavano migliaia di lavoratori. La sua casa, o si potrebbe dire meglio, il suo castello, aveva un’infinità di servi e fattori. Non era avaro. Spendeva parecchio denaro ed era benvoluto per la sua generosità, fatto questo davvero assai strano per un uomo molto ricco; ma così era, perché così raccontano ancora. […]

L’audace soldatino di stagno. Una fiaba di Hans Christian Andersen

Messa in voce di Gaetano Marino

Erano nati da un vecchio mestolo di stagno. Erano venticinque fratelli, valorosi e temerari soldatini di stagno. Ciascuno aveva in spalla il fucile e lo sguardo fiero in avanti, ordinati e perfetti nell’inconfondibile uniforme rossa e blu. “Soldatini di Stagno, son soldatini di stagno” fu il grido che sentirono risuonare nella scatola in cui stavano conservati in bella mostra, ed era l’urlo di un bambino che dalla felicità tremava tutto e applaudiva. Era il giorno del suo compleanno e li aveva ricevuti in dono. Subito li tirò fuori e li mise in fila sul tavolo

Gli sciacalli e l’elefante. Una favola dall’Africa

Messa in voce di Gaetano Marino

Quel giorno gli sciacalli s’erano ritrovati senza più carogne da mangiare. Le avevano divorate tutte, e non avevano più una sola carogna da mangiare. Il saggio anziano del branco di sciacalli ebbe un’idea.

Medusa, Gorgone mortale e quel sogno d’amore. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

La Gorgone più conosciuta era Medusa, l’unica mortale delle tre sorelle e loro regina, che, per volere di Persefone, era la custode degli Inferi. Medusa era anche la più bella, tanto bella che fece innamorare Poseidone, il dio del mare. Egli la corteggiò in tutti i modi, tant’era abituato a non sentirsi dire di no, finché riuscì a conquistarla, convincendola ad incontrarsi segretamente con il dio in un piccolo tempio dedicato alla dea Atena. Lì si amarono follemente. Lì cominciò il sogno di Medusa, un sogno che non l’abbandonerà mai più. Lo sguardo luminoso del dio del mare, i suoi baci, i suoi abbracci, le sue parole, la sua forza.

Una topolina curiosona. Una fiaba dall’Africa

Scritta e messa in voce da Gaetano Marino

Era una topolina assai graziosa. Con due occhietti neri neri, le orechiette vivaci, un musetto baffuto e svelto, sempre pronto ad annusare ogni cosa, ma soprattutto, quella creaturina non era mai stanca di saltellare di qua e di là. Poi capitò quel giorno in cui la graziosa topolina, spinta dalla curiosità, istinto che tutti possediamo, e soprattutto i giovani, lasciò il proprio nido per fare una passeggiata nel grande cortile di casa. Tanta era la voglia di scoprire un mondo nuovo, che la topolina si ritrovò, chissà come, lontana lantana dal proprio nido. […]

Annika, la bella fanciulla e la matrigna cattiva. Una fiaba dall’Africa

Scritta e messa in voce da Gaetano Marino

C’era una volta una fanciulla assai bella che si chiamava Annìka. Era buona, giudiziosa, e assai gentile: il padre e la madre l’adoravano tanto che non avevano occhi che per lei. Ma un triste destino volle che Annìka restasse orfana di madre quando aveva appena nove anni. Qualche anno dopo il padre decise di risposarsi, perché voleva che Annìka non restasse senza madre. […]

I musicanti di Brema, una fiaba dei fratelli Grimm

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Un uomo aveva un asino che lo aveva servito per parecchi anni; ma oramai il povero animale non aveva più forza e ogni giorno diventava sempre più incapace di lavorare. Allora il padrone decise di sbarazzarsene, ma l’asino, che si accorse delle sue intenzioni, raccolse le sue poche cose e scappò verso la città di Brema dove sperava di fare il musicista nella banda musicale. […]

Apollo innamorato. Mitologia

Messa in voce di Gaetano Marino

Apollo non era un dio senza cuore. Ma venne pure per lui il tempo d’amare. E fu un tempo parecchio difficile, perché alcuni suoi amori furono orchestrati dal dio Eros, il quale aveva parecchie vendette da consumare, proprio contro, Apollo. Eros, sappiamo, aveva il potere dell’amore, o meglio degli innamoramenti, e con le sue frecce stabiliva quali tremendi turbamenti il cuore degli dei e degli uomini dovesse subire. Ed era il turbamento dell’amore corrisposto o dell’amore negato.

L’imperatore vanitoso e i suoi nuovi vestiti. Una fiaba di Hans Christian Andersen

Messa in voce di Gaetano Marino

Molti anni fa viveva un imperatore che amava tanto vestire con abiti sempre nuovi e stravaganti. Ogni suo avere lo impegnava ad acquistare vestiti eleganti. Possedeva un vestito per ogni ora del giorno. Nella grande città in cui regnava giungevano ogni giorno molti stranieri tessitori e sarti. Tutti proponevano un vestito nuovo all’imperatore, ed egli acquistava quel che offrivano. Un giorno arrivarono due sarti impostori: si fecero passare per tessitori e sostennero di saper tessere e cucire la stoffa più sottile, più resistente e bella che mai si potesse immaginare.

I gatti, i topi e la fame. Una fiaba dall’Africa.

Scritta e messa in voce da Gaetano Marino

C’era un paese che in quel tempo fu colpito da una grave e mortale carestia. Uomini e animali non riuscivano a sopravvivere. I gatti soprattutto ne soffrirono, e assai più dei topi, loro eterni nemici e prede: non riuscivano più a trovare cibo, persino i vermi di sottoterra erano scomparsi. Per i topi invece, la carestia non fu così drammaticamente mortale, anzi, furono loro i primi a trarne vantaggio. […]

Il bambino d’oro e il bambino d’argento. Una fiaba africana

Messa in voce di Gaetano Marino

Niame, il più potente fra i maghi del cielo, viveva in una fattoria posata sopra un bellissimo tappeto di nuvole. Un giorno decise di prendere moglie e invitò a presentarsi le quattro fanciulle più belle della sua tribù. Poi domandò a ciascuna: – Che cosa faresti, per me, se io ti sposassi? […]

La regina delle api. Una fiaba dei fratelli Grimm

Una fiaba adottata da Freedom LAC e messa in voce da Gaetano Marino

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Due giovani principi se ne andarono in cerca di peripezie, e come sempre accade finirono col trascorrere una vita da fannulloni; tanto che non fecero più rientro a casa.
Avevano un fratello piccolo che loro chiamavano Tontolone. Questi andò alla ricerca dei fratelli e quando li trovò, loro, per gratitudine, lo presero in giro e lo canzonarono. […]

Il patto fra i topi e i gatti. Una favola dall’Africa

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Una volta il re dei gatti mandò un messaggio alla regina dei topi, che governava su un vasto territorio. Proponeva che i gatti potessero sposarsi con i topi, per arrivare, come risultato finale, a creare la pace fra le due razze. Entrambe le specie avrebbero così potuto condurre una vita prospera e felice. Il messaggero incaricato era una volpe, scelta ufficialmente dai gatti per operare in qualità di meditatore. Nell’atto di presentare il messaggio alla regina dei topi, la volpe, disse: “Vostra maestà! Non ci sarà mai pace in questo mondo fino a che gli uomini imporranno la loro volontà. […]

Il Re Mida e la Mucca. Di Gianni Rodari

Messa in voce di Gaetano Marino

Il re Mida era un grande spendaccione, tutte le sere dava feste e balli, finché si trovò senza un centesimo. Andò dal mago Apollo, gli raccontò i suoi guai e Apollo gli fece questo incantesimo: – Tutto quello che le tue mani toccano deve diventare oro. […]

Alice Cascherina. Di Gianni Rodari

Messa in voce di Gaetano Marino

Questa è la storia di Alice Cascherina, che cascava sempre e dappertutto.
Il nonno la cercava per portarla ai giardini: – Alice! Dove sei, Alice?
Sono qui, nonno. – Dove, qui?
Nella sveglia.
Sì, aveva aperto lo sportello della sveglia per curiosare un po’, ed era finita tra gli ingranaggi e le molle, ed ora le toccava di saltare continuamente da un punto all’altro per non essere travolta da tutti quei meccanismi che scattavano facendo tic-tac.
Un’altra volta il nonno la cercava per darle la merenda: – Alice! Dove sei, Alice?
Sono qui, nonno. – Dove, qui?
Ma proprio qui, nella bottiglia. Avevo sete, ci sono cascata dentro. […]

Il cacciatore sfortunato. Di Gianni Rodari

Messa in voce di Gaetano Marino

– Prendi il fucile, Giuseppe, prendi il fucile e vai a caccia, – disse una mattina al suo figliolo quella donna. – Domani tua sorella si sposa e vuol mangiare polenta e lepre.
Giuseppe prese il fucile e andò a caccia. Vide subito una lepre che balzava da una siepe e correva in un campo. Puntò il fucile, prese la mira e premette il grilletto. Ma il fucile disse: Pum!, proprio con voce umana, e invece di sparar fuori la pallottola la fece cadere per terra. […]

Il topo che mangiava i gatti. Di Gianni Rodari

Messa in voce di Gaetano Marino

Un vecchio topo di biblioteca andò a trovare i suoi cugini, che abitavano in solaio e conoscevano poco il mondo. – Voi conoscete poco il mondo, – egli diceva ai suoi timidi parenti, – e probabilmente non sapete nemmeno leggere. – Eh, tu la sai lunga, – sospiravano quelli. – Per esempio, avete mai mangiato un gatto? – Eh, tu la sai lunga. Ma da noi sono i gatti che mangiano i topi. – Perché siete ignoranti. […]

L’uomo che voleva uccidere Dio. Una leggenda dall’Africa

Scritta e messa in voce da Gaetano Marino

In quel tempo lontano vivevano due fratelli. Il maggiore si chiamava Ebèba, il minore Eleya. Ebèba non se la passava tanto bene, la povertà era stata da sempre sua compagna, mentre Eleya era assai ricco e fortunato. […]

Farfallino. Una fiaba di Luigi Capuana

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un contadino che dietro la sua casetta aveva un piccolo orto. Vi coltivava cavoli, lattughe, sedani e cipolle. Sua moglie lavorava quanto lui. Filava, tesseva, cuciva. E di quel che tutt’e due guadagnavano non spendevano neppur la metà. Pensavano all’avvenire della loro unica figliola che cresceva bella e buona e aveva sette anni. La bambina passava molte ore della giornata nell’orto dove, in un cantuccio, coltivava dei fiori. Un giorno, mentre la bambina parlava col babbo o con la mamma, le parve di sentirsi chiamare dall’orto. […]

L’asino che perse le orecchie. Una fiaba dall’Africa

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un gruppo di asini che viveva nella foresta. Questa era ricchissima di erba novella ed era attraversata da numerosi corsi  d’ acqua fresca. Grazie a tutti questi doni della natura, gli asini  erano ben nutriti e vivevano felicemente. Ogni giorno ballavano ragliavano, al colmo della gioia. Ma anche se la vita era così  generosa con loro, uno del gruppo non riusciva a essere felice. Quello che lui voleva ere un bel paio di corna sulla testa, come quelle che hanno il toro o il bufalo d’acqua. Gli sembrava che la vita senza un bel paio di corna sulla testa non fosse degna di essere vissuta. […]

La leggenda e il mito di Semiramide. Una regina colomba.

Scritta e messa in voce da Gaetano Marino

Semiramide fu una grande regina della città di Babilonia. Donna affascinante, bella, indomabile, di immenso valore e di grande coraggio mostrato nelle imprese e nell’esercizio delle armi. Ogni fatto della sua vita ebbe inizio nella regione della Siria, e precisamente nella città di Ascalona, dove si venerava Derceto, una dea che si pensava vivesse nelle profondità di un lago vicino alla città. […]

Uno gnomo in giardino. Una leggende Olandese

Messa in voce di Gaetano Marino

Nell’Olanda del Nord viveva in un villaggio un modesto mugnaio che lavorava da mattina a sera per soddisfare i bisogni della sua famiglia. Una volta, mentre stava al lavoro, udì una vocina che chiedeva disperatamente aiuto. Il mugnaio si precipitò nella direzione da dove proveniva il grido d’aiuto e, con grande stupore, vide un esserino simile a una bambolina che stava per essere schiacciato dalla macina del mulino. […]

Perché la gente muore e non rinasce più. Un racconto dall’Africa

Messa in voce di Gaetano Marino

Tanto tempo fa, la Luna, che muore e rinasce ogni quattro settimane, disse un giorno alla lepre: – Va’ e annuncia agli uomini che come io muoio e nasco di nuovo, anch’essi moriranno e rinasceranno. […]

Sette piccoli corvi e sette fratelli. Una fiaba dei fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

Un uomo aveva sette figli maschi e neanche una bimba, per quanto la desiderasse. Finalmente la moglie si trovò ad essere di nuovo incinta e diede alla luce proprio una femminuccia. Era una bimbetta molto bella, ma, ahimé, troppo piccola e fragile, tanto che dovettero battezzarla subito. Il padre inviò di fretta uno dei ragazzi alla fonte a prendere l’acqua per il battesimo, ma anche gli altri sei fratelli corsero con lui. […]

La famiglia felice delle lumache bianche. Una fiaba di Hans Christian Andersen

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un vecchio castello, dove non si mangiavano più le lumache, perché si erano estinte; ma non si erano estinte le piante di farfaraccio, che crescevano sempre più lungo i sentieri e le aiuole, tanto che non era più possibile controllarle; s’era ormai formato un vero e proprio bosco di farfaraccio, e tra le sue foglie vivevano le ultime due lumache, ormai vecchissime. […]

Il vecchio lampione e i suoi amici. Una fiaba di Hans Christian Andersen

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta un buon vecchio lampione, che per moltissimi anni aveva prestato servizio; ma ora doveva essere sostituito. I tempi cambiavano anche per lui, e cambiavano tristi e male. Era quella dunque, l’ultima sera che il vecchio lampione stava sul palo a illuminare la strada. Aveva perciò una paura terribile, perché sapeva che dovevano presentarlo in municipio, davanti al consiglio dei Trenta, per decidere se fosse ancora utile al servizio, o mandarlo ad illuminare in periferia o chissà dove, o, peggio ancora, se finire in una fonderia ed essere trasformato in chissà cosa. […]

Il vecchio usuraio fra le spine. Una fiaba dei fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

Un ricco contadino aveva un garzone, di nome Crisponzio, a lavoro da ben tre anni. Il garzone era sempre stato un buon lavoratore e fedele, nonostante il contadino non gli avesse ancora dato un solo mese di salario. Quel povero ragazzo finalmente si stancò di faticare per per nulla e un bel giorno decise di recarsi dal padrone contadino e gli disse: — Padrone, io vi ho servito bene per tutti questi anni e spero che prima o poi che mi darete quanto merito. […]

Il leopardo e il monaco. Una fiaba africana

Messa in voce di Gaetano Marino

Una volta un leopardo stava per essere ucciso da un gruppo di cacciatori. Fortunatamente per lui, nella sua fuga trovò un monaco che si stava recando a un monastero. “O Monaco! Sant’uomo, salvami tu! Salvami, ti scongiuro! La mia vita è in pericolo! I cacciatori sono sulle mie tracce” disse il monaco. L’umile monaco aprì la sua sacca e permise al leopardo di nascondersi. Poi legò l’imboccatura del suo sacco e riprese il cammino, con il leopardo che gli ballonzolava […]

L’uomo di neve. Una fiaba di Hans Christian Andersen

Messa in voce di Gaetano Marino

«Fa così freddo che scricchiolo tutto» disse l’uomo di neve. «Il vento, quando morde, fa proprio resuscitare! Come mi fissa quello là!» e intendeva il sole, che stava per tramontare. «Ma non mi farà chiudere gli occhi, riesco a tenere le tegole ben aperte.»Infatti i suoi occhi erano fatti con due pezzi di tegola di forma triangolare. La bocca invece era un vecchio rastrello rotto, quindi aveva anche i denti. Era nato tra gli evviva dei ragazzi, salutato dal suono di campanelli e dagli schiocchi di frusta delle slitte. […]

Il lupo e la volpe. Una fiaba dei fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

Il lupo aveva con se la volpe; e questa era obbligata a fare ciò che egli voleva, poiché‚ era la più debole; sicché‚ le sarebbe tanto piaciuto liberarsi di quel padrone. Un giorno attraversarono il bosco insieme, e il lupo disse: -Pelorosso, procurami qualcosa da mangiare, o mangio te-. La volpe rispose: -Conosco una fattoria dove ci sono due agnellini; se vuoi possiamo prenderne uno-. Il lupo fu d’accordo: andarono, la volpe rubò l’agnellino, lo portò al lupo e se ne andò. Il lupo lo divorò, ma non era ancora sazio. […]

Cappuccetto Rosso. Una fiaba dei fratelli Grimm

Messa in voce di Gaetano Marino

C’era una volta una dolce bimbetta; solo a vederla le volevan tutti bene, e specialmente la nonna che non sapeva più che cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e poiché le donava tanto, la dolce bimbetta non volle portare altro. Da allora la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso.[…]

La volpe e la gazza. Una favola di Leonardo da Vinci

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Una volpe affamata capitò, un giorno, sotto un albero dove s’era posato un branco di gazze rumorose.
La volpe, nascosta, incominciò ad osservarle, e si accorse che quegli uccelli erano sempre in cerca di cibo e non avevan paura di posarsi e di beccare nemmeno sulle carcasse degli animali. Proviamo disse fra sé la volpe.
Piano piano, senza farsi sentire, si mise lunga distesa, restando immobile, a bocca aperta, come se fosse morta.
Dopo un po’ una gazza la vide e subito si buttò giù dall’albero.
Si avvicinò alla volpe, e, credendola morta, incominciò a beccarle la lingua.
Cosi lasciò la testa nella bocca della volpe come in una tagliola.

La fondazione di Roma, tra storia e leggenda. Di Lev Nikolaevič Tolstoj

Messa in voce di Gaetano Marino

Tra le tante ipotesi Roma fu fondata il 21 aprile 753 a.C. L’intera storia della grande città è ricca di riferimenti a personaggi ed episodi mitici, ricostruiti in piena età augustea per la glorificazione dell’intera gens Julia, alla quale apparteneva il primo imperatore Augusto, figlio adottivo di Cesare, il cui progenitore era Enea, fuggitivo dalla città di Troia, conquistata e distrutta dalle fiamme ad opera degli Achei/Greci. Enea era figlio protetto di Afrodite/Venere. Nella sua fuga portò con se il padre Anchise e il figlio Ascanio. Dopo un lungo e periglioso viaggio nel Mediterraneo (Eneide/Virgilio) Enea approdò nel Lazio. Da lui lui provennero Remo e Romolo, fratelli gemelli e fondatori di Roma.

La volpe e il caprone. Una favola di Leonardo da Vinci

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Una volpe era caduta in un pozzo e non poteva più uscirne. Un caprone assetato viene allo stesso pozzo guarda dentro e la vede: – E’ buona quest’acqua? Era la fortuna inattesa. – Se è buona! Scendi giù, amico mio! Scendi: è una delizia!
E quello stordito si caccia giù e beve sino a saziarsene. Quando ebbe bevuto, si guardò intorno. – E ora come si fa a risalire?

  • Già, è un affaraccio; ma c’è un modo di salvare te e me. Guarda: tu appoggi i piedi davanti, così, in alto, contro il muro, e rizzi le corna; io m’arrampico e poi ti tiro su. Va bene? – Facciamo pure così rispose quel bonaccione; e così fece.
    La volpe, saltando lesta lungo le gambe, le spalle e le corna del suo compagno, si trovò subito al collo del pozzo; e già se ne andava.
  • Ohé, – gridò il malcapitato – te ne vai? E così mi tradisci?
    La volpe si rivoltò verso di lui : – Se tu avessi tanti ragionamenti nella testa quanti hai peli sotto il mento non saresti sceso giù, prima d’aver pensato al modo di risalire.

L’amicizia tra la tartaruga e l’aquila. Una favola africana

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

La tartaruga e l’aquila non possono incontrarsi spesso: una passa il suo tempo tra le nuvole e l’altra sulla terra. Ma quando l’aquila comprese che cara compagna potesse essere la tartaruga, venne a cercarla nella sua tana.
La famiglia della tartaruga fu molto contenta della sua compagnia e l’aquila mangiò così bene che tornò spesse volte: ogni volta che andava via rideva, Ha, ha! Posso godermi l’ospitalità della tartaruga sulla terra, ma lei non potrà mai raggiungere il mio nido, lassù in cima agli alberi!
Ben presto le frequenti visite dell’aquila, il suo egoismo e la sua ingratitudine furono sulla bocca di tutti gli animali della foresta.

Il leopardo e l’antilope. Una favola dall’Africa

Adattamento e messa in voce di  Gaetano Marino

Tutti sanno che il leopardo e l’antilope sono nemici fra loro, e spesso quest’ultima si trova a dover interpretare la parte della vittima nei loro scontri.
Un giorno, senza che nessuno dei due l’avesse voluto, un leopardo e un’antilope si incontrarono faccia a faccia. Decisero che era meglio se si mettevano a discutere fra di loro anziché azzuffarsi, e alla fine conclusero di porre fine alla loro inimicizia e di vivere assieme in pace. Ma…

Adattamento e messa in voce di  Gaetano Marino

Tutti sanno che il leopardo e l’antilope sono nemici fra loro, e spesso quest’ultima si trova a dover interpretare la parte della vittima nei loro scontri.
Un giorno, senza che nessuno dei due l’avesse voluto, un leopardo e un’antilope si incontrarono faccia a faccia. Decisero che era meglio se si mettevano a discutere fra di loro anziché azzuffarsi, e alla fine conclusero di porre fine alla loro inimicizia e di vivere assieme in pace. Ma…