Tu ridi. Una novella di Luigi Pirandello

Messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi

Scosso dalla moglie, con una strappata rabbiosa al braccio, springò dal sonno anche quella notte, il povero signor Anselmo.

  • Tu ridi!
    Stordito, e col naso ancora ingombro di sonno, e un po’ fischiante per l’ansito del soprassalto, inghiottí; si grattò il petto irsuto; poi disse aggrondato:
  • Anche… perdio… anche questa notte?
  • Ogni notte! ogni notte! – muggí la moglie, livida di dispetto.
    Il signor Anselmo si sollevò su un gomito, e seguitando con l’altra mano a grattarsi il petto, domandò con stizza:
  • Ma proprio sicura ne sei? Farò qualche versaccio con le labbra, per smania di stomaco; e ti pare che rida.
  • No, ridi, ridi, ridi, – riaffermò quella tre volte. – Vuoi sentir come? cosí.
    E imitò la risata larga, gorgogliante, che il marito faceva nel sonno ogni notte.
    Stupito, mortificato e quasi incredulo, il signor Anselmo tornò a domandare:
  • Cosí?
  • Cosí! Cosí!

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