Tu ridi. Una novella di Luigi Pirandello

Messa in voce di Gaetano Marino

Scosso dalla moglie, con una strappata rabbiosa al braccio, springò dal sonno anche quella notte, il povero signor Anselmo.

  • Tu ridi!
    Stordito, e col naso ancora ingombro di sonno, e un po’ fischiante per l’ansito del soprassalto, inghiottí; si grattò il petto irsuto; poi disse aggrondato:
  • Anche… perdio… anche questa notte?
  • Ogni notte! ogni notte! – muggí la moglie, livida di dispetto.
    Il signor Anselmo si sollevò su un gomito, e seguitando con l’altra mano a grattarsi il petto, domandò con stizza:
  • Ma proprio sicura ne sei? Farò qualche versaccio con le labbra, per smania di stomaco; e ti pare che rida.
  • No, ridi, ridi, ridi, – riaffermò quella tre volte. – Vuoi sentir come? cosí.
    E imitò la risata larga, gorgogliante, che il marito faceva nel sonno ogni notte.

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