La scimmia e il cammello invidioso. Una favola di Esopo

Messa in voce di Gaetano Marino

Per restare tutti uniti e amici, bisogna rinunciare alla propria invidia.

Quello era un giorno davvero importante.
Dalla foresta arrivava un messaggio che invitava tutti gli animali in assemblea. Quando furono riuniti, il Re leone prese la parola:
- Cari sudditi siamo qui convenuti per sottoscrivere la pace tra tutti noi. Do-vremo rinunciare ad ogni conflitto e ad ogni invidia, se vorremo vivere tranquilli e senza paura.
Il discorso continuò a lungo, con applausi di gioia e consenso. Al termine dell'assemblea, ogni animale partecipò al grande pranzo. Quando tutti furono sazi, chiesero alla scimmia di intrattenerli con qualche spettacolo buffo e divertente. 
Senza farsi pregare, la scimmia salì sui tavoli e con agilità e simpatia diede inizio a un numero spassosissimo: saltò come un acrobata, fece capitomboli e danze stupefacenti. L’applauso generale fu grandioso.
L'unico che rimase in silenzio fu il cammello, il quale, ingelosito per il successo ottenuto dalla scimmia, decise di esibirsi anche lui. 
Tra gli applausi salì sui tavoli, ma questi, ahimè, scricchiolarono e cedettero per il gran peso dell’animale. Risero tutti, pensando che fosse un effetto comico ricercato.
Ma quando il cammello si mise a danzare, fu talmente goffo, sgraziato e impacciato, che non divertì nessuno. Tutti lo inondarono di fischi e lanci di ortaggi. Il cammello fu costretto a ritirarsi e corse a nascondersi dietro una roccia.
Comprese allora che per restare tutti uniti e amici, egli doveva rinunciare alla propria invidia.

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