Fortuna d’essere cavallo. Una novella di Luigi Pirandello

Messsa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi

La stalla è lí, dietro la porta chiusa, subito dopo l’entrata nel cortile rustico in pendío, dall’acciottolato logoro e la cisterna in mezzo.
La porta è imporrita; verde un tempo, ora ha quasi perduto il colore; come la casa, quello gialligno dell’intonaco, per cui appare la piú vecchia e misera del sobborgo.
Questa mattina all’alba la porta è stata chiusa da fuori col grosso catenaccio arrugginito; e il cavallo che era nella stalla è stato messo fuori e lasciato lí davanti, chi sa perché, senza né briglia né sella né bisaccia; senza nemmeno la capezza.
Vi sta paziente, quasi immobile, da parecchie ore. Sente attraverso la porta chiusa l’odore della sua stalla lí prossima, l’odore del cortile; e pare che di tanto in tanto, aspirandolo con le froge dilatate, sospiri.

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