Il coccodrillo e l’icnèumone. Una favola di Leonardo da Vinci

Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino

Un coccodrillo, dopo aver ucciso un uomo che dormiva sotto una palma, versò molte lacrime. – Vedi – disse un icnèumone a suo figlio – il coccodrillo è un ipocrita, perché ora piange e fra poco divorerà la sua vittima. –
Infatti, dopo un po’, il coccodrillo si mise tranquillamente a mangiare la sua preda. Finito il pasto si addormentò sulla sponda del fiume, a bocca aperta, per consentire ad un uccellino suo amico, chiamato Trochilo, di entrar dentro a beccare gli avanzi rimastigli tra identi.
Stuzzicato piacevolmente dal diligente uccellino, il coccodrillo, nel sonno, apri ancora di più le sue poderose mascelle.
Allora l’icnèumone disse a suo figlio:

  • Ora stai bene attento. E così che si uccidono i traditori. –
    E, presa la rincorsa, si precipitò nella bocca del coccodrillo infilandosi alla svelta giù per la gola. Da quella passò nello stomaco, glielo sfondò con i denti aguzzi, quindi entrò nell’intestino facendo altrettanto.
    Il coccodrillo, svegliato di soprassalto, incominciò a rotolarsi per terra in preda al dolore, urlò sentendosi strappare le viscere, finché, dilaniato dall’icnèumone, restò a pancia all’aria, morto e stecchito.

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